“No all’efficienza della prestazione, sì alla valorizzazione dei punti di forza”. Il Vescovo Orazio Francesco Piazza ha presentato così il piano sulla pastorale familiare della Diocesi di Alife-Caiazzo in occasione del convegno organizzato dal Centro diocesano per la famiglia “Mons. Angelo Campagna” mercoledì 4 dicembre.
“Nei momenti di maggiore complessità e di rischio di frammentazione del variegato tessuto sociale è importante evidenziare e valorizzare i punti di forza”, ha parlato il Vescovo facendo riferimento alla lettura del territorio (alla luce dei dati forniti dallo stesso Centro diocesano) e ai servizi che la Diocesi, come espressione ed esperienza di carità evangelica, ha messo a disposizione nel 2014 attraverso attività gratuite medico-legali. A coordinare il Centro il dr. Davide Cinotti, psicoterapeutra affiancato dalla dott.ssa Rosaria De Angelis e l’assistente sociale Concetta Riccio.
In apertura del Convegno dal titolo La pastorale familiare al servizio della Comunità, è stato Cinotti ripercorrendo la storia della struttura inaugurata da mons. Valentino Di Cerbo pochi mesi dopo il sisma che alla fine del 2013 colpiva il Matese, e spiegando come sia cresciuto in questi anni il contatto con il territorio e la sensibilità delle istituzioni laiche rispetto a questo servizio diocesano, riconoscendone la professionalità ma soprattutto la dedizione alla persona che è portatrice di valori, di domande, di bisogni e di aiuto.
Da questa ricchezza della chiesa locale emerge oggi la necessità di potenziare e completare la proposta (seppur essa sia in divenire nel tempo) con l’introduzione di attenzioni non soltanto di carattere clinico, ma anche pastorale, con esclusivo riferimento alla famiglia.
Offrire il Vangelo in risposta e come proposta di vita – alle coppie e ai giovani – equivale a mostrare una strada, un fare e un essere che completano naturalmente l’uomo.
Su questa proposta si innesteranno progetti concreti e percorsi strutturati che Mons. Piazza ha chiesto, nell’occasione del Convegno, a don Pasquale Rubino per l’esperienza maturata negli anni nella formazione delle coppie al matrimonio e in qualità di membro dell’équipe diocesana che dal 2014 cura la formazione dei genitori che preparano i figli alla prima comunione.
Tessere relazioni, averne cura e offire opportunità di crescita umana e spirituale; dare fondamenta alla vita delle persone, proporre Gesù Cristo: Impegno, dovere, responsabilità che si realizzano nella “pastorale integrata” ha spiegato il Vescovo in cui più forze convergono verso il comune obiettivo che è la cura della famiglia: “Ciò che è specifico di un Ufficio catechistico o legato all’ambito della comunicazione diventa esperienza che integra o supporta – e viceversa – la proposta della Pastorale familiare diocesana che si vuole mettere in campo attingendo agli orientamenti della Chiesa Cattolica italiana”. Nell’occasione il Vescovo ha annunciato infatti la nascita dell’ambito pastorale Famiglia e Vita che avrà come referente un Vicario episcopale e un referente laico in ogni parrocchia della Diocesi. Nel frattempo, la Chiesa locale, come in tutta Italia, è al lavoro – ad un tavolo di confronto regionale – per l’istituzione di un Centro di ascolto sugli abusi (che nel caso di Alife-Caiazzo sarà condiviso con la Diocesi di Sessa Aurunca).
Sintetico ed efficiace nel convegno, il report a cura delle dott.sse Riccio e De Angelis delle attività del Centro e di come esse interagiscono con il territorio: progetti “dedicati” a storie specifiche, creati ad hoc sulle sigenze delle famiglie; attenzioni particolari ai casi di affidi ed adozioni; convenzioni con le Scuole locali. È una rete che connette il territorio ma soprattutto lo sostiene.
Un impegno della Chiesa diocesana che Mons. Piazza ha confermato anche per il prossimo futuro, auspicando maggiori responsabilità e prese in carico da parte di enti pubblici e autorità civili chiamati ad esercitare per diritto e per dovere la cura dei cittadini: “Ogni interlocutore faccia la sua parte” ha spiegato il Pastore, richiamando contestualmente anche altri attori sulla scena e cioè i tanti volontari di associazioni diocesane o laiche che hanno come impegno quello dell’accompagnamento delle persone come l’associazione Medici cattolici e Volontari ospedalieri e Movimento per la Vita presenti al convegno.
“Creare spazi vitali in cui offrire opportunità di dialogo e di crescita tenendo conto delle esigenze di ogni individuo condizionate inevitabilmente da fattori sociali, culturali e geografici di appartenenza”, questa la sollecitazione del Vescovo.
“È il tempo opportuno per darci da fare!” l’appello accorato del Pastore alle tante esperienze sostenute da associazioni e professioni presenti sul territorio “perchè il bene non può aspettare”.
Agire tutti, ognuno con la forza e l’entusiasmo che ha, senza rimandare, senza attendere, senza farsi vincere dalla provvisorietà”.
Il Vescovo ha sottolineato l’importanza di un valido passato – di contenuti e progetti diocesani – da custodire, da modellare e su cui innestare oggi nuove proposte per il territorio, invitando a fuggire la condizione della provvisorietà che frena ogni pensiero e possibilità di futuro.
Ancora una volta, mons. Piazza mette tra le mani della comunità alcune particolari consegne, esattamente degli impegni: “la qualità della fede” (ogni battezzato è chiamato responsabilmente ad esserci) e “la competenza responsabile” su cui ha chiesto il sigillo dell’entusiasmo (“alla professionalità va aggiunta la scintilla del cuore caldo”).
Prossima tappa della proposta diocesana sarà il workshop del Centro diocesano aperto alle strutture sociosanitarie il prossimo 23 gennaio.