L’immacolata ci è cara. E lo testimonia la fedeltà con cui il popolo , anche nelle ore buie e fredde del mattino ricorre alla preghiera corale della novena nelle tante parrocchie della Diocesi di Alife-Caiazzo. Esperienza che in questo periodo dell’anno si innesta e diventa tutt’uno con la giornata e la quotidianità della gente. Storia, devozione, slancio interiore che viene da lontano e si rinnova ogni anno e che il territorio manifesta anche attraverso l’arte: pregiati manufatti ben dicono la forza dell’amore con cui i fedeli, nei secoli passati, hanno voluto rendere visibilmente bello e concreto il Mistero dell’immacolata concezione sintetizzando nei volti, negli abiti, nelle stelle, nelle mani, nei piedi della Vergine una completa narrazione teologica.
Alfonso Feola – Con la giornata di oggi, si chiude per il fedeli il primo dei percorsi nel percorso di Avvento, iniziato con l’approssimarsi del mese di dicembre: stiamo parlando della novena, l’appuntamento popolare che durante tutto l’anno, ma specialmente in quest’ultimo mese, stimola nella mente e nel cuore dei fedeli profondi slanci spirituali, incentivati dalla devozione e dai ricordi personali.
La novena, come dice la parola stessa, trae spunto dal numero 9 ed è una pratica cristiana ispirata alle Sacre Scritture, in particolare all’episodio degli Atti degli Apostoli (1, 14) che racconta della preghiera di Maria e degli Apostoli nei giorni compresi tra l’Ascensione di Cristo e la Pentecoste.
Costituita dalla recita del Rosario, oppure da preghiere particolari, che si tengono in forma pubblica o privata nei nove giorni precedenti alle principali Festività del Signore, della Vergine e dei santi, la Novena è una pratica popolarissima tra i cattolici, al punto da aver assunto dei tratti spesso originali: in questi giorni, nel nostro territorio diocesano (ma non solo) lo sta dimostrando la tradizione di celebrarla all’alba, in preparazione alla Solennità dell’Immacolata Concezione oppure al Santo Natale.
Inoltre, la novena è una pratica capace di contagiare tutti, dagli strati più umili del popolo fino alle più alte gerarchie ecclesiastiche, come per esempio accade a Roma, presso la Basilica del Santi XII Apostoli, dove la tradizionale novena dell’Immacolata viene predicata annualmente da 9 cardinali, a turno: dunque, pregare attraverso una novena non è tanto il soddisfare una pratica più o meno plurisecolare, quanto rispondere ad un moto dell’anima trasversale ed irresistibile.
In effetti, fare la novena vuol dire proprio questo: mettersi in cammino, con la possibilità di scegliere svariati sentieri, purchè essi abbiano come traguardo la persona di Gesù Cristo e la testimonianza della sua Parola. Tuttavia oggi, specialmente dalle nostre parti, il riconoscere la novena tra le più antiche e principali forme di Pietà popolare, porta tale pratica ad essere spesso banalizzata e ridotta ad una serie di automatismi rituali che non possono essere modificati, pur essendo essi stessi il risultato di un cambiamento lento ed inesorabile, avvenuto nel tempo.
In realtà, la novena non può e non deve essere un fossile, perché è un percorso di preghiera e di riflessione, che deve obbedire ad una scadenza cronologica, è vero, ma altrettanto necessariamente deve portare un frutto di conversione ed un’autentica maturazione in ciascuno, senza rinunciare ad una sana flessibilità assicurata da forme rinnovate a seconda dell’evoluzione della Chiesa nel tempo; del resto, il cristiano stesso è pellegrino nella storia ed ogni suo passo deve registrare un avanzamento.
Sbaglia chi vede nella novena un ultimo e polveroso rimasuglio del passato, da rimuovere con iniziative più moderne; la novena rimane un’occasione, uno stimolo, un input, anzi diciamola tutta, la grande scommessa che la Pietà popolare può e deve cogliere ancora, in quest’alba di terzo millennio cristiano, per parlare alle coscienze e guidarle verso la Verità.