Alla vigilia dell’inaugurazione del IV anno giudiziario del Tribunale ecclesiastico interdiocesano (TEI) delle diocesi di Alife-Caiazzo, Teano-Calvi e Sessa Aurunca, pubblichiamo una breve intervista al vescovo Giacomo Cirulli, moderatore dell’organismo costituito il 19 marzo 2016 (leggi l’articolo).
In quella data, rispondendo alle attese di Papa Francesco manifeste nel documento Mitis Judex Dominus Jesus sulla revisione dei processi matrimoniali, i vescovi delle tre Diocesi avviavano un percorso di collaborazione giuridica e pastoraleimprontata su un modello di carità fatta di ascolto e accoglienza nei confronti delle coppie richiedenti la nullità matrimoniale o in crisi. Un servizio che si affiancava a quelli pastorali già presenti nelle diocesi aventi come destinatari diretti le giovani coppie, le famglie e i genitori “formatori” dei propri figli alla fede.
A Mons. Cirulli, Pastore della Chiesa di Teano-Calvi, un parere sul ruolo dei Vescovi e dei sacerdoti e una visione d’insieme sulle fragilità che oggi segnano la vita di molte coppie..
Mons. Cirulli, il nuovo processo breve di nullità matrimoniale vede un diverso e paterno coinvolgimenti dei Vescovi invitati a “seguire con animo apostolico” i casi dei separati e divorziati o comunque delle coppie intenzionate ad avviare un processo. La logica della pastoralità richiamata da Papa Francesco si può dire realizzata, e in che modo in questa giovane esperienza di Tribunale interdiocesano?
La logica della pastoralità si realizza soprattutto attraverso la vicinanza alle famiglie che chiedono la verità alla Chiesa sulle proprie vicende coniugali.
A livello diocesano, attraverso le parrocchie, gli uffici di pastorale familiare e i Consultori.
A livello interdiocesano, attraverso il TEI, sia in quanto a strutture (è stata privilegiata la centralità del Tribunale rispetto al territorio delle tre diocesi) e sia in quanto a personale, che ascolta e accoglie quotidianamente le famiglie, con un ritmo di lavoro costante, approfondito, disteso sui vari casi di problematiche familiari, ma anche agile e pronto a dare una risposta di giustizia e di equità.
E quanto conta a tal proposito il lavoro di collaborazione dei sacerdoti con il TEI? Spesso sono i primi interlocutori di una coppia in crisi o una coppia che chiede la nullità… In tal caso, ad essi, quali atteggiamento pastorale è richiesto?
È certo che i fedeli interessati alla giustizia ecclesiastica si rivolgono ai sacerdoti e, in primis, ai parroci.
Questi devono dissodare il terreno nel quale poi si potrà seminare il seme della verità e della giustizia, relative alle varie istanze che potranno approdare al TEI.
Si tratta di un lavoro pastorale, non solo proprio e specifico del ministero sacerdotale, ma strettamente attinente alla cura e alla salvezza integrale della persona e della famiglia, per cui un ministro sacro e, in specie, un pastore in cura d’anime non dovrebbe fuggire o farsi sfuggire nessuna famiglia bisognosa di essere guidata in un sano discernimento esistenziale, fino a fare chiarezza e a dare soluzioni alle situazioni particolari, sia quelle di più facile definizione e sia quelle che presentano delle chiare irregolarità o difficoltà.
Tutte possono trovare chiarimento, attraverso l’accompagnamento pastorale del sacerdote.
Da moderatore del TEI, e dal confronto con i Vescovi collaboratori, e i sacerdoti e i membri del Tribunale, quali fragilità (sociali, psicologiche, spirituali) può indicare come causa delle richieste di nullità matrimoniale?
Le cause delle richieste di nullità possono poggiare su svariate fragilità personali e di coppia.
Quello che si rileva dalle relazioni annuali, in occasione dell’inaugurazione degli anni giudiziari, è che si avverte un affievolito senso della fede e anche un calo di fiducia nell’odierna società, che non offre molti stimoli, non solo alla formazione della famiglia, ma anche a quella di una vera famiglia, così come la intende e la propone la Chiesa.
La fede debole e la sfiducia in relazioni e posizioni sociali tutt’altro che solide e sicure fanno emergere le fragilità dei nubenti, che si esprimono di volta in volta nel rifiuto del vincolo per tutta la vita, nel rifiuto della prole o anche della fedeltà coniugale e, non rare volte, nel sottoporre la propria unione al realizzarsi di particolari condizioni di vita che, il più delle volte, non trovano rispondenza e osservanza, portando così la vita coniugale al fallimento.
L’inaugurazione del Tribunale il prossimo 28 gennaio
Il nuovo appuntamento con il Tribunale interdiocesano è fissato per martedì 28 gennaio 2020 alle 9.30 a Teano (sede del TEI, vico Giannio 5) in vista dell’inaugurazione del nuovo anno giudiziario. Nell’occasione sarà il Vicario giudiziale mons. Francesco Leone a fare il punto sul lavoro dell’ultimo anno; ai vescovi mons. Orazio Francesco Piazza e mons. Giacomo Cirulli spazio per un saluto e un orientamento pastorale. L’intervento di approfondimento è affidato all’arcivescovo mons. Mons. Giuseppe Sciacca, Segretario del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica al quale spetterà la relazione introduttiva sul tema “Il Tribunale interdiocesano, sostegno e tutela della famiglia” .