“Il Matese sotto il peso della neve, a testa bassa, piegato dall’incapacità sua propria di investire in termini di sviluppo turistico e sportivo (e l’immediato indotto), sul naturale dono che viene dal cielo e si posa puntuale su un pianoro che per sua spontanea morfologia è una vera e propria pista da sci di fondo a quota 1500 metri”.
Quest’articolo, abbozzato un mese fa, iniziava così, nell’ipotesi che di lì a qualche giorno, la neve, sarebbe davvero caduta. Non è andata così, ma la riflessione resta e l’intera riflessione “Matese” è comune ad un sentimento collettivo per 12 mesi all’anno.
A riscrivere quel primo rigo, si potrebbe optare per un “Matese sotto il peso delle polemiche…”. In ogni caso un contesto schiacciato, soffocato…
Esagerati o realisti?
La seconda.
Dopo le riflessioni ormai note su Bocca della Selva (leggi l’ultimo articolo di Clarus), sulla mancata gestione e le pessime condizioni degli impianti sciistici di risalita (fermi), siamo tornati in quota, ma questa volta a Monte Orso, nel comune di Castello del Matese, lì dove ha sede il rifugio Ecocampus Monte Orso, su cui parte e arriva un anello naturale praticabile per lo sci di fondo, per una lunghezza di 5 chilometri, ma di fatto impraticabile, non più battuto: una possibilità perduta ad ogni stagione invernale per gli sportivi e gli appassionati della montagna, una possibilità mancata per il Matese (politico e associativo) di qualificarsi come territorio di opportunità, territorio da godere…
L’edificio fu realizzato con un progetto Por Campania 1.9 e P.I.T. Parco regionale del Matese per una cifra di 330mila euro. Terminato nel 2007, fu dato in gestione ad una società napoletana l’anno seguente, ma le attività svolte non si legarono mai alla pratica dello sci di fondo.
Dopo un periodo di pausa e di chiusura, nel 2014 il Comune l’ha dato in uso alla Cooperativa Monte Orso, dedita per lo più ad accoglienza, ristorazione è qualche evento (è diventato comodo riferimento per decine di gruppi Scout). I soci fino ad un anno fa ne hanno garantito il funzionamento e il collegamento con altre strutture ricettive della zona montuosa smistando così su un’area più vasta le richieste e le presenze, optando per una integrazione di servizi.
Attività che tuttavia hanno subito alcune interruzioni per i lavori di manutenzione avviati dal Comune di Castello a causa dei necessari adeguamenti alla normativa ambientale e di efficientamento energetico come l’installazione di pannelli solari termici e l’energia elettrica (questo è stato uno dei lavori più recenti); o ancora, come la collocazione di una fossa biologica (per la quale si attende l’impianto di depurazione da cui recuperare acque ad uso irriguo).
Parliamo non di certo di un comune capanno di montagna, ma di uno spazio potenzialmente in regola con ogni aspettativa di impronta ecologica.
Se poi vogliamo parlare di lentezze burocratiche, sempre legate ai lavori, che ad intervalli regolari hanno ugualmente rallentato la vita del rifugio, non ci sbagliamo neppure in tal senso.
Da diversi mesi però non è solo il cantiere d’occasione ad aver fermato la struttura, perché a frenare le attività della Cooperativa Monte Orso è soprattutto l’assenza dal territorio, per sopraggiunti motivi lavorativi, dei singoli soci alcuni tra loro trasferiti in altri contesti e province italiane.
Per la Cooperativa sono mesi, questi, in cui si valuta la prosecuzione dell’attività, (che ancora non vede scaduto il termine della concessione del Comune di Castello) con la partecipazione e il lavoro di nuovi soci.
“Abbiamo fatto di questo rifugio – fermo per troppi anni dalla sua costruzione – un luogo piacevole e accogliente dedicandovi tutto il tempo libero a disposizione, e quando necessario mettendo mattone su mattone al fine di renderlo funzionale e fruibile. Sta a cuore a tutti, come a tanti altri del Matese, la nostra straordinaria montagna…” ci spiegano dalla Cooperativa. “Stiamo pianificando alcuni cambiamenti…”.
L’idea di proseguire c’è, ma da parte nei cittadini matura la consapevolezza di una eccessiva attesa e di un servizio che, venendo a mancare, rischia di impoverire il Matese già privo di strutture e proposte che possano incuriosire e soddisfare il turista di passaggio o lo sportivo.
Sempre da Castello del Matese si alzano voci e volontà: sono diverse le proposte anche di cittadini privati ben disposti a mettersi in gioco perché Monte Orso non sia soltanto un edificio poggiato su uno dei più bei pianori del posto, ma luogo di arrivo e di partenze, base di ritrovo per escursioni tutto l’anno; occasione d’incontro e sosta breve o lunga.
Il pensiero inevitabilmente corre ad alcune Associazioni locali (di spiccatta impronta sportiva) che a titolo gratuito o con piccoli costi di gestione, ma che con la stessa onestà, hanno investito risorse economiche e mentali, organizzando attività sportive e ludiche in maniera programmatica (o meno) pur di rendere vivibile, conoscibile e riconoscibile il Matese.
E sono il CAI–Piedimonte Matese, l’associazione Love Matese, il Gruppo Speleologico del Matese, l’associazione Matese Adventure, l’associazione Matese Mountain Bike, lo Sci Club Fondo Matese…
Sperando di non aver dimenticato nessuno (resta l’impegno di rettificare eventualmente…), è questo il volto del Matese sportivo, quello di gambe e piedi e mani, delle decine di sentieri percorsi e ripuliti, dei rifiuti raccolti e di eventi a portata di tutti…
Fermo immagine
Aver parlato di Monte Orso, del rifugio e della naturale pista da sci che parte da quell’area, rimanda, forse più delle altre, all’associazione Sci Club Fondo Matese, (pagina Facebook) che dal 1998 ha reso la neve delle nostre montagne una concreta possibilità di divertimento e di sport anche a livello agonistico (erano soci fondatori Uccio Furno, Netta Antonucci, Sandro Furno, Geppino Grillo e Antonio Montone, i quali ereditavano dai pionieri Giulia D’Angelo e Carlo Pastore la passione per lo sci di fondo).
A questa Associazione, il merito di aver catalizzato sul Matese (tanto a Bocca della Selva quanto a Monte Orso) l’attenzione dei vertici regionali e nazionali di discipline sportive in ambito scolastico (di concerto con il MIUR), ed aver ottenuto proprio per la pista di Monte Orso l’omologazione da parte della FISI (Federazione Italiana Sport Invernali) tanto da veder disputare sul posto Gare FISI interregionali e campionati di Coppa CAM. Un gran movimento che a cascata, nel giro di pochi anni ha portato anche alcuni benefici economici destinati esclusivamente al potenziamento dei luoghi e delle sue strutture.
Per molti anni infatti su queste piste si sono disputate gare, partecipate e vinte con brillanti risultati dagli studenti di scuole medie e superiori di Piedimonte Matese e dell’intera Campania, fin poi a convogliare giovani studenti anche dalle Regioni limitrofe o sportivi in generale appena si è diffusa la notizia che l’anello di Monte Orso era ben più praticabile rispetto ad altri del vicino Molise.
Senza neve e senza quella pista (il gatto con cui la si è battuta più volte è del Comune di Castello del Matese), lo Sci Club Fondo Matese vive ancora la montagna attraverso altre attività come ciaspolate, trekking e camminata sportiva ma con la richiesta urgente di “tornare a far vivere la pista e la voglia di sport nei tanti che ancora si aggrappano alla speranza di riavere il percorso battuto per praticare il fondo, ma soprattutto per avere in uso un’oasi di benessere”.
Basterebbe poco? Forse si…
Al Comune di Castello – che ha avuto l’intuito e la costanza di portare avanti il progetto realizzato a Monte Orso – la bella responsabilità di rispondere agli appelli che si alzano da più parti ormai da tempo, e poi la pianificazione a più voci di tutto ciò che è sport e natura.