Gentile redazione,
ancora oggi, in condizione di forte caduta di valori e di speranze, ci riteniamo persone, ma soprattutto genitori, che hanno la determinazione di continuare a vivere dei valori evangelici all’ombra dei Sacramenti ed è in questa ottica che, da oltre vent’anni, abbiamo formato la nostra famiglia ed educato i figli, con affetto, dialogo e testimonianza. Purtroppo, però, abbiamo la sensazione che tutto sia sempre più difficile e che molta parte di questo disagio sia determinato dall’attuale condizione socio-economica e politica che la nostra nazione sta vivendo. Nel nostro caso, abbiamo già più volte constatato lo smarrimento che i nostri giovani (abbiamo due figli di 18 e 20 anni) provano pensando al loro futuro, la difficoltà che essi hanno nell’immaginare un percorso formativo, e quindi professionale, che sia compatibile con le loro aspirazioni, con la capacità economica familiare e soprattutto con la futura domanda del mercato del lavoro. Abbiamo anche constatato quale valore economico lo Stato attribuisce al nostro “carico” familiare: da quando il nostro primogenito è impegnato in una occupazione precaria che lo ha portato lontano dalla famiglia, lo stipendio di noi genitori si è ridotto di alcune decine di euro. E’ questo dunque il valore economico, in termini di costi, che si attribuisce ad un figlio?
Certo, per una famiglia che è rimasta vittima della crisi economica, esclusa dal processo produttivo e quindi economico, queste preoccupazioni sono sicuramente secondarie. Ma anche per una famiglia con due stipendi “pubblici” che superano di poco i mille euro al mese, le preoccupazioni non sono poche. Come fare quindi per ritrovare fiducia?
Sappiamo che nulla è gratuito ed il nostro impegno familiare, oltre che sociale e professionale, è sempre attivo ed in continua crescita perché riteniamo doveroso responsabilizzarci maggiormente di fronte alle difficoltà. Ma, a volte, ci sembra di lottare inutilmente, di non trovare riscontri soprattutto da parte delle Istituzioni. Riteniamo che lo Stato debba sentire maggiormente le esigenze dei suoi cittadini e sostenerne il percorso di crescita verso il futuro con molta più determinazione, investendo sulla famiglia ed ampliando le opportunità di inserimento dei giovani. A parole, tutto condiviso; nei fatti, nessun intervento concreto! Non vediamo soluzioni e, alla luce di ciò, come si può continuare a sostenere che i giovani sono il futuro e che occorre coraggiosamente investire sui figli?
(Lettera firmata)