Morte di Gheddafi: immagini televisive “in fascia protetta”
In questo incontrollato susseguirsi di immagini è venuto meno, per quanto riguarda il nostro Paese, il rispetto dei diritti dei minori in violazione del Codice di autoregolamentazione vigente e firmato dalla maggioranza delle emittenti televisive. Così il 24 ottobre è sceso in campo il Comitato Media e Minori, organismo che fa capo al ministero per lo Sviluppo economico, deputato al compito di tutelare – appunto – i “diritti dei minori” a non essere turbati da immagini violente o pervasive o moralmente pericolose. Il suo presidente, Franco Mugerli, ha infatti diffuso una “lettera aperta”, rivolta a tutte le emittenti televisive.
Limiti del “diritto di cronaca” – Nel testo si afferma che “la reiterata riproposizione televisiva delle immagini della morte di Gheddafi e dello scempio del suo cadavere, simbolo da schernire e da annientare, non aggiunge nulla all’informazione e alla cronaca ma diventa spettacolo e va fermata”. La “lettera aperta” prosegue ricordando che “il doveroso ed ineludibile diritto di cronaca non può e non deve travalicare il limite del rispetto che va riconosciuto ad ogni persona umana, anche se feroce dittatore ed assassino. La memoria dei suoi crimini non può giustificare la rappresentazione brutale della sua morte e la sua insistente esposizione mediatica”. Il Comitato, del resto, ha più volte richiamato le emittenti alle conseguenze della spettacolarizzazione della violenza e della morte. Così Mugerli fa notare che, se sembra premiante per l’audience, provoca assuefazione e indifferenza al male con effetti pericolosi e anestetizzanti nel tessuto culturale e sociale del nostro Paese.
Cosa dice il “Codice di autoregolamentazione” – La “lettera aperta” fa poi notare che, sottoscrivendo il Codice di autoregolamentazione Tv e minori, le imprese televisive hanno riconosciuto che “il minore è un cittadino soggetto di diritti; egli ha perciò diritto a essere tutelato da trasmissioni televisive che possono nuocere alla sua integrità psichica e morale”. Per queste ragioni si sono impegnate “a non diffondere nelle trasmissioni di informazione in onda dalle ore 7.00 alle ore 22.30 sequenze particolarmente crude o brutali o scene che, comunque, possano creare turbamento”. La nota del presidente rileva poi che “qualora, per casi di straordinario valore sociale o informativi, la trasmissione di notizie, immagini e parole particolarmente forti e impressionanti si renda effettivamente necessaria, il giornalista televisivo avviserà gli spettatori che le notizie, le immagini e le parole che verranno trasmesse non sono adatte ai minori”. Ad avviso di Mugerli tale impegno “più volte in questi giorni è stato ampiamente disatteso nella trasmissione dei servizi informativi sulla morte di Gheddafi, anche trasmessi in fascia protetta (ore 16.00 – 19.00)”. Il testo ricorda infine una recente sentenza del Tar del Lazio che ha ribadito il principio che, tra diritto di cronaca e tutela dei minori, quest’ultima deve prevalere (sentenza n. 7694 del 4 ottobre 2011).
(notizia www.agensir.it)