I media aprono le danze natalizie ma spesso si dimenticano del Bambino atteso dal cuore di tutti
Non è soltanto la liturgia dell’Avvento a ricordarci che fra pochi giorni è Natale. Già da qualche settimana i media hanno aperto le danze, ritrovando i tradizionali spazi da dedicare all’argomento secondo le specificità di ciascun mezzo. La parte del leone, come sempre, la fa la televisione, ma gli altri strumenti del panorama mediatico non stanno certo a guardare.
TV – Il piccolo schermo esprime la sua vena prenatalizia con la crescente presenza nei palinsesti quotidiani di film dedicati ai buoni sentimenti che hanno per protagonista diretto o indiretto Babbo Natale. Molte di queste pellicole tornano di anno in anno sempre uguali, quasi a celebrare ulteriormente una ritualità consolidata all’approssimarsi delle festività natalizie. Le trasmissioni televisive nel complesso sono più luccicanti e brillanti del solito, molti tra i salotti più frequentati sul piccolo schermo si attrezzano di conseguenza e mettono in bella vista il tradizionale albero di Natale addobbato secondo tradizione.
Spot – La pubblicità, come l’intero settore commerciale, punta molto sul periodo natalizio per rilanciare quei consumi che in tempi di crisi sono un punto ancora più dolente. Negli spot il punto di riferimento principale è Babbo Natale, evocato in carne e ossa o richiamato da figure che prendono le sue sembianze sotto mentite spoglie. I colori che fanno da sfondo alle ambientazioni riprendono il rosso e il bianco del suo vestito, mentre le luci e le atmosfere sono patinate, dorate e argentate insolitamente.
TG – Telegiornali e programmi informativi preparano l’appuntamento natalizio incrementando gli spazi dedicati ai servizi su quanto spenderanno gli italiani per pranzi, cene e regali, sulle mete preferite da chi (eventualmente) si metterà in viaggio, sui piatti tradizionali che compariranno sulle tavole nazionali e su ogni genere di curiosità statistica che possa attirare l’attenzione degli spettatori.
Giornali – La carta stampata ospita crescenti quantità di pubblicità ad hoc e recupera progressivamente spazi di scrittura sugli argomenti natalizi, secondo quanto le è proprio, anche se per il momento le cronache sembrano più concentrate sulle questioni governative e politiche. Sulle pagine di quotidiani e settimanali il clou dell’offerta natalizia sarà nei giorni prossimi, quando l’incombenza della festa conquisterà spazi meglio definiti e più specifici, che in parte riprenderanno quanto già anticipato dalla tv.
Web – I siti internet si mantengono complessivamente più neutrali e sembrano ancora sonnecchiare rispetto a Natale e Capodanno, anche se di giorno in giorno i principali quotidiani on line dedicano qualche spazio in più al tema e qualche banner in più alla pubblicità (pre)natalizia.
Cinema – A segnare una caratterizzazione nettamente diversa rispetto alla programmazione ordinaria è il cinema. Sul grande schermo i “film di Natale” sono ormai diventati un genere a sé, che si esprime in grandi produzioni buoniste, in pellicole di animazione per bambini e famiglie, nelle ennesime puntate delle infinite serie di cinepanettoni all’italiana dei fratelli Vanzina e dei loro epigoni che – implacabili – irrompono nelle sale cinematografiche; la scarsa qualità di questi film non è un deterrente sufficiente a impedire che ogni anno siano loro, puntualmente, a conquistare i maggiori incassi al botteghino.
Il Bambino dov’è? – In tutta questa abbondanza di declinazioni spettacolari della festa, l’onnipresenza di Babbo Natale e la spettacolarità dei messaggi (nonostante tutto) consumistici lasciano troppo poco spazio al vero e unico protagonista, quel Bambino che è al centro della festa del 25 dicembre e che ancora una volta tornerà a riempire d’amore e di speranza le nostre case, snobbato o malamente strumentalizzato dai media ma profondamente atteso dal cuore di tutti noi.