A Baia e Latina redatto un documento per lo sviluppo dell’Alto Casertano
Un’intesa fra tutti i sindaci dell’area alifano-matesina e del Monte Maggiore, per superare le difficoltà economiche legate non soltanto alla crisi, ma all’endemica problematicità che, in termini di sviluppo mancato e di opportunità da cogliere, contraddistingue soprattutto le piccole realtà interne della provincia di Caserta. A Baia e Latina, una prima delegazione di sindaci ha redatto il testo di un protocollo d’intesa finalizzato alla costituzione di un nuovo patto per il territorio, individuando Piedimonte Matese come comune capofila. Erano presenti, oltre al sindaco di Baia e Latina, i sindaci e i delegati dei comuni di Piedimonte Matese, Sant’Angelo d’Alife, Capriati a Volturno, Castelcampagnano, San Potito Sannitico, Letino, Piana di Monte Verna, Fontegreca, Ciorlano. Entro 30 giorni dalla sottoscrizione, ciascun Comune provvederà alla ratifica del protocollo d’intesa redatto ieri. L’iniziativa, lanciata da Michele Santoro, sindaco di Baia e Latina, non ha trovato indifferenti i rappresentanti degli altri comuni del comprensorio: scarsa densità abitativa, costi elevati nell’erogazione dei servizi, tagli senza precedenti alle risorse finanziarie da parte del Governo centrale sono solo alcuni dei punti di maggiore criticità: «Il principio basilare del confronto che si intende avviare – si legge in premessa al documento sottoscritto – è quello di garantire la sopravvivenza del patrimonio che le piccole comunità costituiscono. Per questo, si rende indispensabile evitare uno sgretolamento sociale, anche perché i piccoli comuni svolgono in molte aree geografiche della provincia un’insostituibile funzione di presidio territoriale, che va conservata al fine di evitare le dannose conseguenze del fenomeno dello spopolamento abitativo e della desertificazione». Al problema della individuazione di fonti alternative di reddito legate soprattutto alla valorizzazione delle risorse naturali e paesaggistiche del territorio, corrisponde, in effetti, un progressivo calo della popolazione residente nelle piccole realtà montane, dove da tempo i sindaci si battono per garantire ai cittadini la normale erogazione di una molteplicità di servizi, come l’istruzione o l’assistenza sanitaria. Presìdi territoriali rispetto ai quali nemmeno l’eliminazione del cosiddetto «digital divide» può portare ad una soluzione efficace, nonostante la diffusione della banda larga, che in moltisisme realtà montane o periferiche ha permesso di neutralizzare buona parte delle difficoltà legate al decentramento e alle distanze dai centri abitati più importanti. «E’ importante – si legge ancora sul documento dei sindaci – contribuire alla promozione del progresso delle popolazioni dell’Alto Casertano in relazione alle reali potenzialità del territorio, realizzando un reale collegamento tra mondo delle istituzioni e della cultura». Le aspettative, soprattutto da parte delle piccole imprese del territorio, sono altissime: non è certamente la prima volta che la politica locale prova a misurarsi su una scommessa di questo genere. Nella posta in gioco c’è, mai come stavolta, tutta la credibilità degli amministratori locali.