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L'Italia delle polemiche. Roma come Valle Agricola?

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Prima di parlare…conta fino a cento!

Che la nevicata fosse stata annunciata, ormai lo sappiamo tutti. E che le previsioni sono state disattese anche, visto che i centimetri di neve sono caduti sul nostro Paese ben oltre il calcolo previsto (dal servizio meteo dell’Aeronautica militare e dalla protezione civile). Ma prendersela con il sindaco di una grande città come Alemanno per non aver provveduto ad evitare il peggio, beh…ragazzi, allora c’è da guardarsi un po’ intorno e affacciarsi oltre i confini della fantastica capitale spolverata dalla neve. E le foto aeree ben dimostrano che le strade della città eterna erano percorribili già dalla metà mattina di ieri. I disagi, per chi non è abituato o sufficientemente attrezzato si moltiplicano: operai, manovali, panettieri, tramvieri e autisti autobus sono il cuore pulsante di una città che vive a tutte le ore del giorno, ma quattro o cinque ore di black out non mandano in frantumi l’equilibrio di una nazione (a quello ci hanno già pensato altri, da qualche tempo…). Stamattina, il quotidiano Repubblica apre così: “La rabbia di Roma contro Alemanno: Ci ha abbandonati sotto la neve”. E si tratta solo di un titolo. Poi uno sferzante attacco: “Tubi ghiacciati, niente acqua. Case al buio. Freddo polare. Gasolio agli sgoccioli, elettricità a singhiozzo. Strade sepolte dalla neve, silenzio irreale, cielo bianco. Roma Nord tagliata fuori dal mondo, Roma Sud appena un po’ meglio. Non un autobus, non un tram, non un
mezzo spazzaneve, niente sacchi di sale, ambulanze con gli allarmi che gridano nel nulla, ospedali senza medici, forni senza più pane, carcasse di alberi caduti,
auto distrutte, impossibile muoversi, camminare uscire, fare la spesa, andare al lavoro. Roma catastrofe, Roma Caporetto”.

Proverei a scherzare meno con il termine “catastrofe” che purtroppo…è un’altra cosa. E pensare che venti anni fa, quando le nevicate (peggiori di queste) ci visitavano almeno una volta all’anno, si usciva tutti insieme a spalare, e senza attendere che un sindaco chiudesse le scuole, si stava a casa al caldo. O al freddo nella neve, per giocarci. Solo colpa di giornali e Tv? In fondo la rete è stata invasa dalle foto bellissime che i romani hanno mostrato al mondo intero di una città “ritoccata” nei colori. Forse non a tutti è dispiaciuto. Finalmente soddisfazione anche per i proprietari dei Suv. E gli appassionati di sci si sono solo spostati di qualche chilometro verso il Gianicolo. Le calamità naturali a cui assistiamo testimoniano che il “peggio” è spesso causato dalle mancate precauzioni degli uomini, ma tre certe calamità e una mezza nevicata di febbraio, ci sarà una differenza.

Ed è così che sui giornali, ad occupare i posti migliori sono finite le polemiche romane. Meno spazio hanno invece trovato le “cronache imbiancate” dell’Emilia Romagna, dove si spala ormai da quattro giorni e dalle finestre delle case si vede solo un muro di neve. Ancor meno voce ai tanti piccoli comuni del basso  Lazio, della Campania, del Molise o della Puglia che per quasi 24 ore sono rimasti interamente senza energia elettrica, quindi senza riscaldamento né acqua, distanti anche poche decine di chilometri dai comuni limitrofi, ma isolati davvero sotto 40-50 cm di neve, ancora in attesa di mezzi spalaneve altrimenti si rimarrà bloccati  per altri giorni. E’ il caso di Valle Agricola, inaccessibile dall’unica strada di collegamento, Sant’Angelo d’Alife e Raviscanina immobili e stupendi, Liberi e Formicola avvolti solo dal silenzio, Maiorano di Monte off limits. Se una troupe televisiva fosse passata di lì, allora qualcuno dalla città avrebbe pensato due volte prima di gridare alla “catastrofe”.

Quando arriva, arriva. E si ha la pazienza di aspettare che passi. I rimedi, si cercano insieme perché le polemiche in realtà scaldano solo gli animi ma non l’aria. Che sarà gelida ancora per qualche giorno.

 

 

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