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Agricoltura, pronto il decreto sulla semplificazione

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Approvato il nuovo schema di regolamento. Diverse le agevolazioni per il comparto forestale e agroalimentare.

E’ stato approvato, lo scorso 31 gennaio, il nuovo decreto sulla semplificazione in agricoltura, un documento che d’ora in avanti garantirà un significativo snellimento della burocrazia in tutto il comparto dell’agroalimentare, incentivando la piccola imprenditoria, soprattutto giovanile. Il decreto introduce importanti novità per l’agricoltura, dall’accelerazione delle procedure burocratiche, alla possibilità di recuperare come terreno agricolo i cosiddetti “boschetti”, dalla vendita diretta anche fuori dall’azienda agricola alla razionalizzazione dei controlli sulle imprese, prevedendo diverse forme di semplificazione per le imprese e in materia di omologazione delle macchine agricole, inserendo una nuova definizione di bosco e arboricoltura da legno (per favorire il recupero dell’attività agricola di quegli appezzamenti abbandonati e ricoperti di formazioni boschive, in funzione di prevenzione del rischio idrogeologico).

 

La disciplina, inoltre, regolamenta l’esercizio delle attività di vendita diretta, la movimentazione aziendale dei rifiuti e il deposito temporaneo degli stessi. In particolare, grazie alle novità relative a quest’ultimo aspetto, si consentirà, in via semplificata, la movimentazione dei rifiuti prodotti in un fondo presso il podere in cui è ubicato il deposito temporaneo, anche se per il raggiungimento di quest’ultimo è necessario percorrere un tratto di strada pubblica. Ad esempio, finora l’imprenditore agricolo che doveva effettuare un trattamento fitosanitario su un determinato fondo distaccato dall’azienda, per rientrare, con i contenitori vuoti e bonificati (rifiuto speciale non pericoloso), dovendo percorrere un tratto di strada pubblica, aveva l’obbligo di compilare un formulario di trasporto, ora questo non sarà più necessario. Il decreto, infine, pone finalmente chiarezza sulla paradossale situazione che vedeva gli agricoltori espropriati del loro diritto di coltivazione di quei fondi su cui venivano realizzati “boschetti” e impianti forestali con finalità di riequilibrio naturale e cofinanziati dalle politiche di sviluppo rurale.

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