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Cave, rischiano le falde acquifere

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Importante giornata di studi a Caserta. Lo scempio dei Colli Tifatini.

Uno sguardo alla fascia collinare che circonda Caserta, scempiata dall’attività estrattiva disordinata negli anni, e un altro a un albero plurisecolare da salvare, un tiglio e sempre nella fascia collinare, sono l’occasione per due iniziative finalizzate a riportare l’attenzione sui problemi della ecologia e della salvaguardia dell’ambiente. Giuliana Andreozzi, docente di Zoologia nella facoltà di Veterinaria della Federico II di Napoli, sul tema del dissesto idrogeologico e dell’attività umana parlerà oggi alle 16,30 nella Sala Vanvitelli del Jolly Hotel. L’iniziativa è del Garden Club Caserta, l’associazione che non si occupa soltanto degli hobby dei ‘‘pollici verdi” ma di tutto quanto connesso al bello della Natura e all’adoperarsi per la sua salvaguardia, discutendo e informando su quanto è dovere dell’uomo fare. In tante occasione è stato puntato l’indice sulla dissennata azione dell’uomo nei confronto dell’ambiente naturale. Accennare alle attività imprenditoriali, e a tutti gli effetti criminali, nei territori confinanti con la fascia litoranea del casertano trasformati in discariche abusive di rifiuti tossici, è quasi scontato.

Allarmi per le coltivazioni contaminate dalla diossina, per i foraggi avvelenati passati dagli organismi animali addirittura alle mozzarelle, attraverso il latte prodotto, hanno portato alla intensificazione dei controlli e l’attività delle magistratura e delle forze dell’ordine ha prodotto effetti. Dove ancora di risultati tangibili non c’è traccia è nella organizzazione delle attività estrattive di pietrisco dalla catena Tifatina. Al santuario del Monte San Michele che incombe su Maddaloni, a momenti vanno sottraendo il terreno dalle fondamenta e tutte le cave in successione, in attività o abbandonate, sono la dimostrazione di un’attività imprenditoriale necessaria e utile sì, ma da regolamentare più adeguatamente alle esigenze delle popolazioni circostanti. L’alterazione non è soltanto un attentato all’estetica paesaggistica ma è un pericolo perchè l’alterazione orografica che da anni ha cambiato il clima della città capoluogo, interessa anche i sottosuoli e le falde acquifere.

Dal tema più generale alla più semplice, ma non meno importante, esemplificazione dell’attenzione che alla natura si porta, viene da Casola di Caserta, la borgata appena sotto Casertavecchia. Qui è quasi venerato il tiglio antistante il sagrato della chiesa parrocchiale. Si tratta di una Tilia Europea pluricentenaria come risulta dalla sofisticata analisi per la datazione dendrocronologia, effettuata dalla Società Demetra di Milano, che ha evidenziato che questo albero alto 13 metri ha un’età massima ipotizzabile di 450 anni. Per sabato 18 febbraio, il parroco don Valentino Picazio con il Comune e la Società italiana di arboricoltura, ha predisposto un intervento di potatura e la distribuzione di talee, arbusti utili alla riproduzione, il tutto per una profilassi utile al mantenimento del ‘‘grande vecchio”. (Fonte: Franco Tontoli, Corriere del Mezzogiorno)

 

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