Il film dei Taviani lascia il segno e conquista l’Orso d’oro
I fratelli Taviani ce l’hanno fatta. Il film dei nostri Paolo e Vittorio Cesare deve morire era nella rosa dei papabili per l’Orso d’oro della 62^ edizione del Festival di Berlino, e alla fine è stato scelto dalla giuria presieduta dal regista inglese Mike Leigh per ricevere il massimo riconoscimento. Un ottimo risultato per l’Italia, che non otteneva questo premio da ben ventuno anni, l’ultima volta con La casa del sorriso di Ferreri (1991). Avvalendosi di veri detenuti, il docufilm dei Taviani è ambientato all’interno del carcere romano di Rebibbia, e racconta la storia di un gruppo di carcerati che si prepara a interpretare il Giulio Cesare di Shakespeare.
Non è la prima volta che i due fratelli ricevono un importante riconoscimento. E’ già accaduto a Cannes: Palma d’oro per Padre padrone (1977) e il Grand Prix per La notte di San Lorenzo (1982). Anche l’altro film italiano presente al Festival di Berlino, “Diaz – Non pulire questo sangue” di Daniele Vicari, ha attirato l’attenzione di critica e spettatori. E’ uno dei tre film ad aver vinto il premio del pubblico, e racconta i fatti della scuola Diaz avvenuti durante i giorni del G8 di Genova.