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Il Comune di Caiazzo in difesa del made in Italy

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Adesione all’iniziativa nazionale di Coldiretti contro l’italian sounding

C’è anche il Comune di Caiazzo  tra le decine di enti locali in Italia ad aver aderito alla campagna promossa da Coldiretti su scala nazionale, in difesa dell’agroalimentare made in Italy. La deliberazione del consiglio comunale è di pochi giorni fa e segue un esplicito invito giunto dalla Coldiretti, volto a tutelare tutte le tipicità del comparto agricolo alimentare, specialmente in quei territori dove le produzioni tipiche rappresentano il valore aggiunto della specificità gastronomica, culturale  e ambientale di ogni macro area del paesaggio italiano.  Sono moltissimi i comuni e  le  province che, in questi giorni, stanno approvando un ordine del giorno per combattere la diffusione di prodotti che traggono in inganno, circa la loro vera origine,  raggirando così i consumatori, che non hanno la possibilità di scegliere in modo consapevole. Ai comuni si sono aggiunti Camere di Commercio, Consorzi di Tutela, associazioni di consumatori e ambientaliste: all’unisono tutti  si sono espressi contro i “falsi di Stato” e chiedono di vigilare sull’attività della Simest, la società controllata dal ministero dello Sviluppo Economico, che finanzia produzioni ad imitazione di quelle tipiche italiane, ma realizzate totalmente all’estero. “Altri comuni ed altri enti – ricorda Coldiretti – hanno già annunciato che prenderanno delibere analoghe nei prossimi giorni”. Sulla vicenda Simest si era chiesto, prima di Natale,  al Governo di introdurre “adeguati criteri per la valutazione dei progetti destinati a sostenere l’internazionalizzazione delle imprese agroalimentari, garantire la piena trasparenza dell’operato di Simest, potenziare le iniziative di contrasto alla contraffazione dei prodotti agroalimentari italiani”.

“E’ evidente – comunica ancora Coldiretti – il danno che questi falsi prodotti italiani generano per le produzioni tipiche italiane, specialmente quelle dei  territori regionali che vantano decine di prodotti Dop e Igp e centinaia di prodotti iscritti all’albo nazionale dei prodotti tipici”. Il cosiddetto Italian sounding, come viene definita la produzione di falsi alimenti che richiamano nei nomi e nei colori quelli italiani, ruba all’economia nazionale oltre 60 miliardi di euro. Il dato è ancora più eclatante se pensiamo che il valore totale delle esportazioni agroalimentari italiane è pari a 28 miliardi di euro. Emblematico, in tal senso è l’operato della Simest, che di recente ha finanziato Parmacotto  e  Lactitalia, marchi  impegnati in operazioni di investimento negli Usa ed in Romania.

Un problema, questo del furto di identità a carico del vero Made in Italy, che era già stato sollevato nel corso dell’audizione della Commissione Agricoltura della Camera dell’8 novembre, sul tema dell’internazionalizzazione del settore agroalimentare.  “Invece che alla valorizzazione e alla promozione del vero Made in Italy – conclude Coldiretti –  assistiamo ad una vera e propria svendita della nostra economia e dei nostri territori, che rischia di danneggiare irrimediabilmente il nostro vero grande patrimonio”.

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