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Violenza effetto domino anche in Alto Casertano

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Omicidio Santabarbara. Uno come tanti altri?

All’indomani dell’omicidio della signora Angela Santabarbara di piana di Monte verna, ancor prima dell’arresto nei confronti del nipote della donna,  l’Unione dei Giuristi Cttolici della Diocesi di Alife-Caiazzo interveniva sulle pagine di Clarus 1-2012 con un commento ai fatti.

Il grave episodio di cronaca nera verificatosi a Piana di Monte Verna con l’uccisione della sig.a Santabarbara ci induce ad una seria riflessione sulla effettiva capacità d’urto nel nostro territorio alla spinta di violenza che proviene da terre a noi vicine. Suona, difatti, a sproposito, sentire notizie per fatti di cronaca nera accaduti anche nel tranquillo circuito cittadino di Piana di Monte Verna o in qualunque altra realtà del comprensorio diocesano matesino. E’ un sintomo – anche questo – del possibile default della nostra sana ed incontaminata civiltà, del nostro senso civico e culturale, dell’alto significato che abbiamo sempre dato al valore della vita? Apriamo gli occhi e puntiamo le orecchie. Vuoi vedere che il contagio è già avvenuto e che non riusciamo, pur convinti e protetti nel nostro antico alveo di sana cultura contadina, a resistere alla progressiva exalation di violenza, nei suoi spietati profili di uccisioni, estorsioni, rapine, truffe ed altre offese alla vita ed alla dignità dell’uomo? Non è certamente un problema di carenze strutturali, che pur andrebbero ricercate e sanate o, almeno, integrate, a livello istituzionale, con un maggiore sforzo dell’intera società civile, delle Amministrazioni e delle Forze dell’Ordine, al fine di scoraggiare quanto più è possibile il dilagare della delinquenza in generale, che sta invadendo, ad effetto domino, il nostro territorio, pur pacifico e tranquillo per antonomasia, ma prossimo e molto vicino al resto del mondo. L’esperienza quotidiana di violenza, proveniente da terre confinanti, sembra, negli ultimi tempi, aver preso il sopravvento, con velocità impressionante, anche nella nostra terra. Eppure abbiamo investito nella storia, per decenni, secoli, millenni, alla costruzione del muro ideale di cultura che ci divide e protegge da un imbarbarimento assetato della civiltà, che dobbiamo respingere in ogni modo. Futili omicidi, spietate esecuzioni della malavita, odiose esibizioni della criminalità con rapine, estorsioni ed anche uccisioni, non possono passare inosservate ed il popolo di Dio ha una responsabilità maggiore nel richiamare tutti all’alto valore della vita, denunziando ogni vile attacco alla persona ed alla dignità, a protezione duratura dell’uomo e del creato. Di fronte a questa nuova ondata di violenza, in tutte le sue forme, ed, in particolare, dopo questo ulteriore omicidio, condividiamo le parole del parroco mons. Giulio Farina, che, nel corso della celebrazione eucaristica nel giorno dei funerali, ha denunziato giustamente ed aspramente il depauperamento del valore della vita: “…Bisogna riflettere in maniera seria e composta …Chi ha fatto questo ha dimostrato che per lui la vita umana non vale nulla, ma ci penserà il Signore. A voi, gente di Piana, dico: ritorniamo ad essere unica famiglia come prima. Rispettiamo i valori umani e confidiamo in Dio…”. E’ ora, quindi, che la società civile si interroghi sulle iniziative da assumere per frenare questa recrudescanza di violenza nel nostro territorio. E, ciò, non solo con la riflessione e la formazione, ma anche nella gestione del territorio e dell’ambiente.
Spesso, nei fatti, i nostri contadini incontrano difficoltà finanche per costruire piccoli volumi di necessità aziendale od abitativa, quando, poi, “leggine o singolari interpretazioni dell’amministrazione di turno” consentono di realizzare mega-palazzi a ricchi e potenti, non residenti, provenienti da altre zone, peraltro assai discusse. E questo è solo un esempio che  la dice lunga sulle modalità di intervento per reintrodurre nuovi e concreti segnali di giustizia sociale, in tutti i livelli, famiglia, scuola, ufficio, amministrazione, etc.. E’ ora, quindi, che il dolore, lo sgomento, la rabbia, non si dipanino in frustante rassegnazione, ma in concreta ed utile reazione a questa nuova sfida del tempo per la riscoperta dei valori cristiani e la migliore difesa dell’uomo e del Creato.

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