Centocinquanta omicidi dal 1986 ad oggi
Le donne, innocenti, dissidenti, o senza la forza di uscire dal giogo mafioso, uccise dalle mafie sono più di 150: la prima assassinata è del 1896, le ultime di pochi mesi fa. È il quadro che emerge da “Sdisonorate”, volume che per la prima volta racconta tutte queste storie e che sarà presentato stasera (venerdì, ndr) a Roma, nello spazio DaSud (via Gentile da Mogliano 170), alle 20.30. La pubblicazione è stata curata da Irene Cortese, Sara Di Bella e Cinzia Paolillo, mentre ai testi hanno collaborato Angela Ammirati, Danila Cotroneo e Laura Triumbari; nella seconda parte del testo e nell’appendice sono state fatte delle interviste a Rita Borsellino e Angela Napoli, politiche impegnate sul fronte antimafia, e alla giornalista Amalia De Simone, mentre Viviana Matrangola offre un ricordo di sua madre, Renata Fonte, uccisa nel 1984. “Il dossier – spiegano gli organizzatori dell’evento – serve innanzitutto a sfatare un’assurda credenza: che i clan in virtù di un presunto codice d’onore non uccidono le donne”. La pubblicazione, dunque, racconta le storie di queste donne che “sono state eliminate per l’impegno politico, sono rimaste vittime di delitti d’onore, sono state ‘suicidate’, sono state oggetto di vendette trasversali, sono morte per un accidente, sono rimaste incastrate dentro una situazione familiare e mafiosa da cui non sono riuscite a uscire”. (www.agensir.it)