Un Consorzio per rimediare? La risposta dipende dalle possibilità economiche dei Comuni
Tempi duri per la giustizia in Alto Casertano: uffici del Giudice di Pace e Tribunale a rischio chiusura. Confermato lo stop dell’Ufficio del Giudice di Pace di Capriati al Volturno. Il Governo Monti prevede che gli uffici giudiziari in questione debbano lavorare sul almeno 560 contenziosi l’anno, su una circoscrizione di diecimila abitanti. Dati che rivelano l’impossibilità per il territorio alto matesino di continuare ad usufruire di un servizio giuridico fondamentale.
Capriati al Volturno, Prata Sannita, Letino, Ailano, Fontegreca, Ciorlano, Gallo Matese, Prata Sannita, Valle Agricola, Pratella sono i paesi che appartengono alla circoscrizione di Capriati e che nel 2009 per esempio hanno fatto registrare solo 232 cause. Sorte analoga per la circoscrizione che fa capo a Piedimonte Matese, dove tuttavia il numero degli abitanti come delle cause risulta ben superiore (circa 1800 cause lo scorso anno), ma non sufficiente a scongiurare un pericolo dettato dai tagli economici del Governo. Un rischio che sembra presentarsi anche per il Tribunale di Piedimonte Matese già da gennaio 2013. Non è mancato in questo concitato momento decisionale la collaborazione tra i comuni coinvolti e gli avvocati del territorio riuniti nell’Associazione degli avvocati del Foro Matesino di cui è presidente Luigi Cimmino. Ieri mattina, presso il Comune di Piedimonte si è tenuto un nuovo incontro dove sindaci e avvocati hanno dovuto constatare la decisione che riguarda Capriati e tentare la soluzione migliore per quei paesi che rientrano nella circoscrizione di Piedimonte (Alife, Alvignano, Caiazzo, Castel Campagnano, Dragoni, Castello Del Matese, Gioia Sannitica, Piedimonte Matese, Piana Di Monte Verna, Sant’Angelo, Raviscanina, San Potito Sannitico e San Gregorio). L’idea di un consorzio tra tutti i 23 paesi del territorio non si esclude ma necessita di una decisione piuttosto delicata in quanto gli oneri di gestione dell’Ufficio del Giudice di Pace e del personale ricadrebbero interamente sui comuni facenti parte della nuova “sovrastruttura”, per una spesa calcolata in base al numero degli abitanti (circa 3 €) e alla distanza dal capoluogo matesino. Ma i comuni dell’Alto Casertano possono prevedere nuove voci di bilancio? Questa novità fa vacillare comunque l’idea del consorzio che resta fortemente legata ad una questione politica, non di governo. Entro una decina di giorni, i sindaci nuovamente convocati a Piedimonte, presenteranno i loro conti, ma soprattutto le loro decisioni. La scelta di rinunciare al contributo a sostegno dell’Ufficio del Giudice di Pace significherà ridistribuire la spesa tra i comuni rimanenti finchè non vi sarà la piena accoglienza e “convenienza” tra le parti. La vicenda è solo un tassello della più complicata tensione giuridica locale, in quanto inizia a ripresentarsi l’ipotesi di una chiusura del Tribunale di Piedimonte (sezione distaccata del foro di Santa Maria Capua Vetere) che vede tra le soluzioni possibile quella avanzata dal sindaco di Piedimonte, Vincenzo Cappello. “L’idea – già opportunamente valutata – è quella di concedere il Tribunale in commodato d’uso gratuito al Ministero di Grazia e Giustizia perché ivi nasca una vera e propria cittadella della giustizia dove confluirebbero gli uffici del Giudice di Pace e gli uffici del Tribunale. E’ chiaro che ci troviamo in una situazione di disagio generale, ma questo renderebbe possibile il recupero di un diritto costituzionale – quello alla giustizia – che diversamente rischia di essere negato ai residenti di tutto l’Alto Casertano”. Vera e propria emergenza. L’aumento delle difficoltà generate dalle ultime decisioni di Governo (che attribuiscono alle azioni legali un costo sempre più elevato) rischia di scoraggiare la richiesta di giustizia da parte dei cittadini e con essa di generare la sfiducia delle comunità nei confronti della Giustizia.