Nuova collaborazione con i parroci, programmi condivisi, palcoscenico dedicato agli artisti locali
Processioni, novene, folklore, luminarie, preghiere, palcoscenico, concerti bandistici, torroni, bancarelle: feste di paese ormai alle porte e con esse i preparativi (più o meno faticosi) curati dai Comitati presenti nelle numerose parrocchie della Diocesi di Alife-Caiazzo.
Eventi che traducono tradizione religiosa e culturale di città e contrade in un contesto festoso, nucleo aggregativo e socializzante. Su questo aspetto, in cui si identifica la storia di un intero territorio, si è soffermata l’attenzione del Vescovo, Mons.Valentino Di Cerbo attraverso un incontro aperto a tutti i comitati, tenuto nella Cappella del Seminario a Piedimonte Matese, sabato 10 marzo, in collaborazione con l’Ufficio liturgico. E’ la seconda iniziativa che il Vescovo dedica ad un’importante realtà pastorale, dopo l’incontro di novembre con le corali delle parrocchie. Entrambe anima viva e attiva della vita parrocchiale. Oltre centoventi partecipanti provenienti dai 24 comuni della Diocesi si sono confrontati su idee e soprattutto difficoltà comuni in un sereno clima di attesa per le proposte avanzate dalla Diocesi. Dapprima il ringraziamento da parte di S.E.Mons.Valentino Di Cerbo per la collaborazione costante che per molti si traduce in impegno duraturo e gratuito da lunghi anni. A questo non sono mancate parola di incoraggiamento ad “esserci ancora”, e poi l’imput a rigenerare le feste religiose in un’ottica di servizio pastorale continuamente reso alla Chiesa locale. “La testimonianza – ha spiegato il Vescovo – è presupposto fondamentale perché le nostre feste non siano solo eventi di folklore, ma manifestazioni più forti di una fede che c’è da sempre e necessita di alimentarsi ogni giorno, non solo in occasioni eccezionali”. Mons.Di Cerbo intravede in un’opera di carità il valore aggiunto alle tradizionali feste: “Se la fede senza le opere è morta – citando San Giacomo – e la festa è un atto di fede, essa deve richiamare un concreto segno di carità. Sarebbe l’ideale se una piccola somma delle raccolte in denaro venisse destinata ad un bisogno di cui si è a conoscenza”.
Feste parrocchiali nuove in tutto, soprattutto nella cura e nell’organizzazione del programma liturgico che – spiega il Vescovo – va costruito con il parroco e quanti collaborano con la parrocchia, “perché la festa è un momento di crescita, di maggiore riflessione per la comunità parrocchiale nel suo insieme”. Dall’aspetto pastorale a quello più pratico: Mons.Di Cerbo punta alla valorizzazione del territorio in tutti i suoi aspetti perciò non esclude che anche la scelta di artisti o quanti sono contattati per animare la festa ricada su nomi e volti locali. “Come credenti –spiega il Vescovo – abbiamo il dovere di incoraggiare e sostenere chi si aggrega intorno a interessi artistici e culturali, come i tanti giovani presenti sul territorio dediti alla musica anche solo per passione”. Individua in questo modo, quale ipotetico supporto all’organizzazione dei Comitati, un possibile elenco dei gruppi musicali del territorio curato da Clarus il periodico edito dalla Diocesi.