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Suonate il silenzio…

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Ancora ventiquattr’ore di campagna elettorale, poi, finalmente, il sabato. Silenzio imposto per legge. Riflessione per gli elettori, dopo il confronto tra i candidati, per decidere in maniera ponderata a chi affidare le sorti del governo cittadino. Bene. Ci è capitato di seguire più da vicino alcuni comizi nella città di Piedimonte Matese e, ora che ci si avvicina alla vigilia del voto, il desiderio più grande che accomuna molti elettori è proprio quello del silenzio. Quando molte parole sembrano buttate al vento e, soprattutto, quando il confronto con l’avversario scende sul personale, evitando i temi di maggior rilevanza sociale, è d’uopo che le trombe tacciano. Alcune riflessioni sulle cose udite in questi ultimi giorni. La prima: si è parlato, spesso, di rilancio del “chiosco di San Domenico”. Ora, poiché l’uso improprio di questo vocabolo è sempre più frequente, val la pena di precisare quale sia la differenza tra un “chiosco” e un “chiostro”. Chiosco: piccola costruzione eretta in luogo pubblico per la vendita di bibite, giornali, fiori. Chiostro: cortile porticato all’interno di un edificio monastico. Chiarito l’equivoco. A Piedimonte Matese, quindi, va rilanciato il chiostro, non il chiosco, di San Domenico. Chiostro (non chiosco) che si trova all’interno del “complesso monumentale”, non del “plesso” di San Domenico. Un conto è infatti l’insieme di museo civico, auditorium, chiostro (non chiosco) e cappella del Rosario (complesso monumentale), un conto è il plesso scolastico che trova ubicazione nei locali dell’ex convento di San Domenico. Seconda riflessione: le rotonde e i marciapiedi, argomento di scottante attualità. Si è accusato il sindaco di aver aperto i cantieri in città solo a ridosso delle elezioni. Il sindaco si è difeso sostenendo che, dopo una programmazione di cinque anni, solo ora è stato possibile rinvenire i fondi necessari al maquillage di strade e piazze del centro urbano. Benissimo. Come alla vigilia della campagna elettorale si parlava solo e unicamente della candidatura di Nicola De Girolamo, così la campagna elettorale è stata interamente caratterizzata da un tormentone: le rotonde e i marciapiedi “tardivi”. Buon argomento, decisivo, rilevante, rilevantissimo per la cittadina capoluogo del Matese, che conta circa 12.000 abitanti e vuole ridiventare punto di riferimento dell’intera area. Terza riflessione: la rimozione della carcassa di un’automobile in largo Pioppetelli, ora divenuto fiore all’occhiello del quartiere dell’Annunziata. Tema che ha caratterizzato la lotta interna fra candidati in uno dei rioni più popolosi della città.

Ci si misura, evidentemente, sulle carcasse di auto. Quarta riflessione: stamani, in molte abitazioni, i postini hanno recapitato una cartolina del sindaco Cappello, dove, tra l’altro, il primo cittadino uscente scrive: “saranno salvaguardate la stabilità e la coesione dell’alleanza di centrosinistra e delle importanti componenti della società civile”. Di fatto, c’è una terza lista in campo che si chiama Sinistra Matesina, espressione di Sel e Rifondazione (la Sinistra, appunto), coalizione formatasi perché nella lista del sindaco Cappello ci sono uomini vicini all’Udeur e al Pdl. Staremo a vedere come saranno salvaguardate la stabilità e la coesione di un centrosinistra un pò..allargato alle larghe intese. Quinta riflessione: la “Legge Mangia”. In realtà, la legge che concede l’elargizione di micro finanziamenti come residui della legge di stabilità si chiama “Legge Mancia”, con la c, quindi, non con la g. Di questi tempi, son già troppe le leggi che mangiano, lasciamone almeno una che concede ai cittadini almeno “una mancia”, appunto. Sesta riflessione: gli attacchi personali, i diplomi di laurea, i master e i corsi di perfezionamento. Chi vale di più? Chi ha collezionato più titoli? Chi ha seguito più anni di formazione? I candidati di Piedimonte democartica e Progetto civico se li sono contati a suon di comizi. Al cittadino “della strada” interessa davvero ripercorrere la carriera professionale dei candidati? Siamo veramenete all’anno zero.

Crediamo davvero che i titoli facciano ancora la differenza tra le persone? Giriamo per il mondo, camminiamo instancabilmente lungo le strade del pianeta e i titoli saranno la nostra prima zavorra. Piuttosto, nutriamoci di libri e regaliamoli. Altre colorite riflessioni ci sarebbero da fare ma lo spazio è tiranno. Le citazioni restano anonime per non creare imbarazzo ai candidati che le hanno pronunciate. Non ce ne vorrà il sindaco se, invece, abbiamo estratto una frase dalla sua cartolina recapitata quest’oggi. E’ l’unico scritto disponibile, tutte le altre sono state dichiarazioni regalate al vento, tra un comizio e l’altro, tra una chiacchiera e l’altra al bar o al chiostro…pardon chiosco sotto casa. Ventiquattr’ore ancora. Poi…il silenzio.

Gianfrancesco D’Andrea – Clarus on line.

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