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Stop alla Notte dei Musei: la mafia festeggia due volte

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Lo stop alla Notte dei Musei, programmata per quest’oggi in tutta Italia, è una scelta che va a braccetto con la mafia. Non è con la chiusura dei nostri siti di interesse storico artistico che si esprime solidarietà e cordoglio per i tragici fatti di Brindisi. Un Paese civile ha il dovere di reagire, ma alla retorica dello sdegno siamo ormai abituati. Al punto da non capire più quale sia la vera strategia antimafia in grado di svuotare le carceri e rendere le nostre città più sicure: la cultura. Parola tanto semplice e tanto complessa, perché non la capiamo. C’è da vergognarsi, oggi, per questo ennesimo vile attacco mafioso, a pochi giorni dall’anniversario dell’attentato di Capaci. Ma c’è da vergognarsi ancora di più se il Ministero della Cultura annulla una manifestazione che, in tutto il Paese, avrebbe portato migliaia di persone nei nostri musei, a tu per tu con l’arte, con l’identità vera di questa strana Nazione che è l’Italia. Una grande occasione persa per tutti noi, oggi, che avremmo potuto reagire prontamente ad un messaggio di morte e di barbarie con un messaggio volto al domani: una studentessa uccisa accanto alla propria scuola, dove si garantisce il diritto all’istruzione, al progresso personale, alla vita, avremmo dovuto “vendicarla” spalancando le porte finanche del più remoto museo cittadino. Anziché decidere un’apertura straordinaria, questa notte, di tutti gli edifici scolastici d’Italia, anziché chiamare a raccolta docenti e studenti per accendere una candela in tutte le scuole del Paese e sentirsi uniti in una notte dedicata all’istruzione e alla cultura, per gridare insieme il nostro no alla mafia, si è deciso di annullare la Notte dei Musei. Perché in questo strano Paese la cultura è ancora relegata in una dimensione folclorica, aneddotica, spicciola, sbrigativa, festaiola, mondana. E quindi andar per musei vuol dire andar per torroni e noccioline. Questa mattina, in Tv, sulle reti Rai, ricette e consigli per la tavola andavano regolarmente e barbaramente in onda, nonostante il Paese fosse già in lutto. Ma non si può spegnere signora televisione. Vanno, invece, spenti i musei. Va spenta la cultura. Chiudiamoli allora i musei, questa notte, porte sprangate, il Paese è a lutto. La mafia, ancora una volta, ha vinto.

Gianfrancesco D’Andrea.

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