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Matese vivo. La parola al Presidente del Parco

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Giuseppe Falco parla al futuro con fiducia e buona volontà

Dopo due anni alla guida del Parco Regionale del Matese, il presidente Giuseppe Falco, continua a guardare al futuro. L’esperienza dei lunghi mesi trascorsi alla guida dell’Ente gli permettono oggi di avere lo sguardo su nuovi progetti, di cui uno tanto ambizioso quanto naturale e spontaneo quasi per vocazione: l’istituzione di un parco interregionale.  Una chiacchierata con il Presidente ci permette di ribadire cosa è il Parco Regionale del Matese e cosa non è. Se esso è scrigno prezioso e riserva naturale di specie di uccelli oltre che paesaggio unico nel suo genere carsico, serbatoio di acque limpide, «Esso non è tuttavia proprietà di un Comune o di un altro, né passerella per i politici. Il nostro Parco in questi anni è divenuto – e tale deve rimanere – un laboratorio di studio per appassionati, ricercatori e studenti, ma anche uno spazio da vivere e godere». L’idea che il Parco sia un bene e una risorsa culturale spiega anche la volontà di due comuni – Pietravairano e Baia e Latina – di aver fatto richiesta di entrare a far parte dell’Ente: «A differenza di quanto avviene altrove, dove i comuni chiedono di uscire dai parchi perché sottoposti in alcune scelte a vincoli, nel nostro caso assistiamo ad una diversa volontà, quella di quanti ci chiedono di far parte di un circuito che ormai da qualche anno fa parlare di sé, a buon motivo». (…)

La foto di Michele Menditto che ritrae il lago Matese è risultata tra le prime dieci del concorso Obiettivo Terra 2012 ed è esposta a Roma in occasione della premiazione

«La presenza di Ciro, il famoso fossile di dinosauro rinvenuto a Pietraroia, ci permetterebbe di classificare il nostro come “parco nazionale” e non più regionale tant’è l’importanza che dal punto di vista paleontologico rivestono i nostri luoghi. Tuttavia i parchi nazionali oggi vivono un momento di grande difficoltà economica. Nel nostro caso guardo con più fiducia all’idea di un parco interregionale che comprenda anche le aree del Molise che appartengono all’area matesina: sarebbe la strada vincente per due Regioni che si troverebbero a collaborare per tutelare una vasta area ricca di biodiversità».
Il Parco non corrisponde ad un ente sovracomunale quale una comunità montana o l’unione di comuni: «Essi sono tutt’altro – ribadisce Falco. Hanno delle configurazioni stabilite dalle convenzioni internazionali, partendo da quella di Rio de Janeiro, per arrivare alle direttive “Habitat” dell’Unione Europea. La dimensione dei parchi è di carattere planetario, ogni paese del mondo vede al suo interno la presenza di questi Enti normati in modo diverso, ma con le stesse caratteristiche: la tutela e la salvaguardia del territorio e della biodiversità». Negli ultimi settanta anni, l’accelerazione fortissima di una società che ha centralizzato il capitale nell’ottica di un interesse personale, tradotta spesso in “abusi di cemento”, ha impoverito il Pianeta ed è stata devastante sia dal punto di vista culturale sia ambientale. Il Matese è salvo da questo rischio? «Il Matese è salvo. E’ salvo perché la cultura matesina è riuscita a preservare questo patrimonio che è divenuto Parco grazie ad una tradizione, una concezione e i valori che le popolazioni residenti si sono tramandate per secoli».

Marketing e amministrazione del Parco Regionale del Matese… Tutto questo continua su Clarus n.5-2012

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