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La nuova Piazza Roma a Piedimonte

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L’isola che non c’è
L’articolo completo sulla proposta di “isola pedonale” per il salotto cittadino

di Gianfrancesco D’Andrea

Puntuale, come ogni anno alla vigilia dell’estate, spunta l’idea, per nulla geniale, di istituire un’isola pedonale “sperimentale” in piazza Roma, biglietto d’ingresso del centro antico di Piedimonte Matese, cittadina elegante e a misura d’uomo. Un luogo ideale, piazza Roma, dove trascorrere le ore del tardo pomeriggio e della sera. Dopo circa venti anni di sperimentazione, la zona a traffico limitato rappresenta il massimo sforzo immaginativo che le amministrazioni comunali hanno partorito.

Con il sindaco Carlo Sarro prima, con il sindaco Vincenzo Cappelloadesso (e sono, ormai, sei estati che anche il Pd amministra la città). Sperimentare val bene una volta, forse due, pur se con dei correttivi. Ma sperimentare per venti anni qualcosa e ripetere gli stessi errori, puntualmente, ogni anno, significa essere pigri. Nient’altro che pigri.
Anche perché, l’isola pedonale di piazza Roma altro non è se non uno spazio maldestramente chiuso al traffico nel weekend, dove i tavolini dei bar si moltiplicano a vista d’occhio in maniera caotica all’interno della piazza, senza ordine, senza decoro, senza regolamentazione e le auto, come gli scooter, anziché dalla fontana tonda, entrano di soppiatto nella piazza profittando del vico che affaccia sulla parallela via Lupoli. Controlli? No, non ce ne sono. Ilcorpo di polizia municipale non ha risorse umane a sufficienza per presidiare la piazza durante le ore serali e notturne. Ed è un peccato, perché una pattuglia di vigili a disposizione della città in un momento in cui la città si ristora, dà un’ulteriore sensazione di sicurezza, tranquillità, benessere.
Ecco, allora, che l’isola diventa uno spazio recluso, recintato da un paio di transenne, che, intorno alle ventitré, qualche automobilista più audace rimuove, altrettanto puntualmente, dando il via libera al traffico urbano. Uno spazio violato. Quindi un non-spazio. Ma non solo: che cosa c’è da sperimentare quando il provvedimento di un’amministrazione comunale si limita a porre due transenne all’inizio di una piazza? Sperimentazione vuol dire coinvolgere associazioni e commercianti in un progetto di animazione dell’isola pedonale; vuol dire imporre ai titolari dei bar un regolamento ben preciso sull’uso dei dehors: sedioline e tavolini in linea con il paesaggio urbano, tovaglie in tinta, magari poltroncine in vimini. Sperimentare vuol dire incoraggiare i commercianti ad autofinanziare momenti di svago per il tempo libero delle famiglie: il teatro dei burattini alle 18, il piano bar alle 20. Tanto per dirne una.
Sperimentare vuol dire verificare sul campo quante controindicazioni produce un provvedimento amministrativo in termini di efficacia o efficienza. E quale efficacia o efficienza ha prodotto, in venti anni, l’isola pedonale maldestra di piazza Roma? Un caotico deserto di idee. In cui le amministrazioni comunali hanno estratto dal cilindro magico due malandate transenne lasciate fino a notte in balìa dei frequentatori della piazza.
Cosa altro c’è da sperimentare, dopo un ventennio di esercizio? Forse l’impiego dei volontari della protezione civile per la sorveglianza? Forse il tentativo di imporre decoro e ordine ai titolari dei bar? Forse compartecipazione alle spese di animazione culturale nella piazza, unitamente ai commercianti?  Non chiamatela, allora, isola pedonale.
Gli standard di vivibilità di una città, cari amministratori, si studiano per tempo. Siamo, invece, alle solite: anche quest’anno sperimenteremo gli effetti di due transenne poste all’inizio della bellissima piazza Roma. Buona estate.

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