L’omicidio di un ladro nel comune di Gioia Sannitica segue, con finale tragico, altri casi di furti nelle abitazioni dell’Alto Casertano
Un paese sgomento, per l’omicidio dell’albanese che, residente a Santa Maria Capua Vetere, nella notte tra il 6 e il 7 luglio è stato ferito mortalmente durante un tentativo di furto, ma atterrito anche per il continuo verificarsi dei furti in abitazioni, che purtroppo, nonostante i controlli delle forze dell’ordine, continua ad essere un fenomeno difficile da arginare.
La notizia della morte di Dashamir Xhepa e del ritrovamento del suo corpo, ieri pomeriggio, in un’ansa del Volturno, in località Fosso Lagno di Gioia Sannitica, ha fatto il giro del paese in una mancita di minuti. La gente non se la sente di condannare il gesto di Giovanni Capozzo, il carpentiere 42enne che ha esploso alcuni colpi di fucile, una volta accortosi che all’interno della sua abitazione si stava perpetrando un furto: lo stesso sindaco di Gioia, Mario Fiorillo, che ancora non sapeva dell’accaduto, informato dai cronisti dell’omicidio, pur esprimendo cordoglio per la vittima, non nasconde la sua comprensione per il timore continuo con cui molti residenti del territorio sono costretti a convivere: «Purtroppo – dice – la paura e a volte l’esasperazione delle persone giocano brutti scherzi. Siamo grati ai carabinieri e alle forze dell’ordine per il controllo e per il continuo presidio del territorio, ma purtoppo, specialmente a Gioia Sannitica, le frazioni distanti così tanto l’una dall’altra impediscono di avere una radiografia capillare e tempestiva della situazione. Va dato atto, però, ai carabinieri di non lesinare mai le proprie forze per garantire sicurezza ai cittadini».
L’epilogo drammatico dell’episodio avvenuto quattro notti fa ha riacceso con forza il dibattito sulla sicurezza fra i comuni della fascia pedemontana del Matese: la vicinanza della superstrada Telesina agevola non poco la fuga dei malviventi, che prescelgono ovviamente zone periferiche, di campagna, per mettere a segno i propri colpi. Facilitati dalla prossimità con l’asse di collegamento veloce che immette, dopo pochi chilometri, sulla autostrada A1, i banditi prediligono comuni come Gioia Sannitica, San Potito, Ailano, per realizzare consistenti bottini nelle ville o nelle case di campagna particolarmente isolate.
Poche settimane fa, a San Potito Sannitico, il titolare di un noto bar di Piedimonte Matese, fu aggredito nottetempo nella sua abitazione, assieme ai suoi familiari, dopo aver scoperto una gang di ladri che si era introddotta all’interno e che stava per mettere a segno l’ennesimo colpo.
Una reazione istintiva quella dell’imprenditore, che ha innervosito i banditi, i quali, prima di darsi alla fuga, lo hanno colpito con schiaffi e pugni, procurandogli diverse lesioni al volto. Ma anche nella zona ricompresa fra Raviscanina, Ailano, Pratella e Prata Sannita le bande di malviventi provenienti, il più delle volte, dalla zona dell’agro aversano impensieriscono non poco i residenti. Dal canto loro, i carabineri, coordinati dal Comando Compagnia di Piedimonte Matese, si trovano a dover fronteggiare un territorio vastissimo e disarticolato, dove le distanze fra comune e comune sono notevoli.
L’episiodio dell’altra notte, a Gioia Sannitica, evidenzia in maniera eloquente questo stato di esasperazione.
(fonte Il Mattino)