Home Arte e Cultura Riempire i vuoti urbani. Ecco come fare

Riempire i vuoti urbani. Ecco come fare

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Il Corriere del Mezzogiorno propone oggi una interessante intervista alla prof.ssa Anna Maria Frallicciardi, docente di geografia all’Università Federico II.
I “vuoti urbani”. Quanti anche in Alto Casertano

Si torna a parlare di città che si svuotano, di spazi privi di funzioni, di nuove opportunità di sviluppo a partire proprio dal riuso dei vuoti urbani. Su questi temi, Anna Maria Frallicciardi, docente di geografia alla Federico II, ha scritto nel 2008 un libro insieme con Marcello d’Anna (Risorse per lo sviluppo locale) dedicato in particolar modo ai Campi Flegrei.

Che cosa sono i vuoti urbani? Davvero possono diventare una risorsa?
«Con il termine ‘‘vuoto urbano” si intendono spazi con edifici o singole strutture che hanno perso la loro funzione produttiva originaria e che sono in attesa di un riuso.
(…)
Per quali vuoti, secondo lei, c’è una concreta speranza di recupero ? E quali, invece, quelli condannati all’abbandono definitivo?
«Tra i primi metterei lo spazio ex Italsider, come tutta la conca di Agnano perché sono vuoti imponenti, all’attenzione di tutti. Così come edifici privati come è il caso di palazzi o le terme. All’abbandono sono destinati l’ospedale Smom, del quale è rimasto solo uno scheletro (purtroppo non abbiamo il pragmatismo statunitense), le case rurali disperse, qualche altro edificio pubblico».

L’intervista completa è su http://corrieredelmezzogiorno.corriere.it/napoli/notizie/cronaca/2012/26-luglio-2012/i-vuoti-urbani-sono-grande-occasionenapoli-spero-non-diventi-luna-park-2011178252880.shtml

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