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Si apre il sipario su Venezia 69, e' il giorno di Enzo Avitabile e la 'sua' Napoli

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Questa sera il film centrato sulla musica dell’artista partenopeo, un piccolo catalogo delle sue migliori composizioni multietniche, ma non solo…

E’ il giorno di apertura, quello delle prime proiezioni e conferenze stampa, le prime passerelle e gli scambi di opinioni per le strade o in coda fuori le sale. Oggi si parte con il fuori concorso di Mira Nair, già Leone d’oro nel 2001 con “Monsoon wedding”, ora al Lido con una pellicola sul pregiudizio ai tempi della globalizzazione sullo sfondo di un turbato – dopo l’11 settembre – rapporto culturale tra Usa e Islam.
La Nair, indiana di origine, col suo “The reluctant fundamentalist” racconta del Pakistan, e delle vicende di un giovane pakistano che dopo aver conosciuto il sogno americano, deluso da quella società, torna sui suoi passi e diventa punto di riferimento del fondamentalismo musulmano.
Un film che vuole trattare temi forti, ma che in definitiva resta ostaggio di una narrazione morbida e poco accattivante, dove mai si osa fino in fondo a conforto delle provocazioni suggerite dagli eventi rappresentati.
Ma oggi è anche il giorno del musicista napoletano Enzo Avitabile e del film che lo vede protagonista, in una sorta di biopic.
Enzo Avitabile Music Life” verrà proiettato questa sera, dopo il film di apertura, e, nelle intenzioni di Jonathan Demme (quello di Il silenzio degli innocenti), è il tentativo di fare un ritratto dell’artista partenopeo, che il regista dice di aver ascoltato per la prima volta in auto, alla radio. Da lì il passo è stato breve per l’ideazione di un documentario che, va detto, si immerge poco nella vita privata o nella storia personale di Avitabile, ma fa ruotare tutto attorno alla sua musica, quella che con un filo invisibile unisce le culture di tutto il mondo.
E capita così di assistere ad ipnotiche esibizioni musicali perfette (che costituiscono più della metà del film) dove la voce di Enzo, rigorosamente in puro dialetto napoletano, si accorda alle note di musicisti di varia nazionalità. “Il dialetto – ha detto in conferenza stampa – rappresenta il legame con la mia terra, ci si può raccontare qualsiasi storia, e mi piace quando si muove in maniera contemporanea”.
Concertini intimi, vera world music, che incantano e stupiscono, e che descrivono i contorni di un personaggio tanto particolare, quasi folle, nella vita quotidiana, quanto geniale nella sua musica. 
E’ una Napoli diversa quella che fa da sfondo al film: genuina, lontana dalle immagini da cartolina (se non in un paio di occasioni).
Il quartiere Marianella viene mostrato nella sua popolarità e semplicità, culla della formazione culturale di Avitabile che lì, in una scena dai tratti surreali, passeggia da solo suonando il sassofono, e saldando così le proprie radici ai cortili, alle case, alla gente. “In quella scena ho voluto dare un messaggio ai giovani, il segnale che i sogni esistono e si possono realizzare. Napoli non è solo Scampia, ma terra di luce, è un territorio non di poveri, ma di svantaggiati. E’ terra comune del mondo”.
E quel mondo lo si ritrova nella sua bellissima musica, da sola motivo per guardare e riguardare questo film.

mich.mend

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