Diverse le autorità presenti all’evento assieme al sindaco Giaquinto, tra cui il vescovo Mons. Valentino Di Cerbo
Hanno partecipato a Caiazzo anche il questore di Caserta Giuseppe Gualtieri e il vice prefetto Immacolata Fedele all’intitolazione della piazza di San Giovanni e Paolo alla “Strage del 13 ottobre 1943“. Una data con un significato profondo per la città retta da Stefano Giaquinto, “una ferita aperta – ha affermato la fascia tricolore – che al tempo stesso deve essere un monito severo per le future generazioni”.
Una lastra in pietra che è stata benedetta dal vescovo della diocesi Alife-Caiazzo Valentino Di Cerbo, eccellenza che aveva 27 giorni il 13 ottobre 43, “altri tempi – ha ‘confessato’ l’alto prelato – un periodo triste che deve farci capire cosa non dobbiamo più fare oggi”.
Si è rivolta direttamente ai ragazzi delle scuole il viceprefetto Fedele, “non deve più essere messa in discussione la libertà di vite di poveri innocenti”. Non è mancato nemmeno quest’anno l’attuale procuratore di Isernia, che ai tempi di Santa Maria Capua Vetere ha riaperto il caso dopo 50 anni e ha punito i responsabili. Il vicesindaco e assessore alla cultura Tommaso Sgueglia ha fatto i nomi delle 22 vittime, “23 per la precisione, una donna al momento del massacro era incinta”. Il console tedesco a Napoli Christian Much ha ricordato “gli uomini e le donne uccisi barbaricamente e inutilmente. la guerra è basata sull’odio, può brutalizzare vittime civili“. Un appuntamento che si ripete da anni grazie all’iniziativa comunale, “un’occasione per non dimenticare” per la dirigente della Direzione Didattica Cecilia Cusano. “Un segno per il ricordo, soprattutto per la frazione, luogo d’orgine della maggior parte delle vittime”, ha aggiunto Rosetta De Rosa, consigliere comunale delegata alla frazione.
Presenti anche numerose altre autorità (il comandante della stazione carabinieri di Caiazzo, il maresciallo Giuseppe Oliva, e il comandante dei vigili urbani, il maresciallo Pietro Del Bene), il sindaco baby e le associazioni Combattenti e Reduci, Nazionale Carabinieri, Amici di Ochtendung e Vittime di Montecarmignano ma anche tanti cittadini, tutti in nome del ricordo di innocenti trucidati dalla follia. L’intitolazione della piazza è stata preceduta dalla deposizione di una corona d’alloro al sacrario delle Vittime presso il cimitero comunale.
Comunicato stampa