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Alife. Arresto da manuale, doganiere finisce nei guai

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Diecimila euro per sbloccare merce giunta dalla Cina

La denuncia è partita da Alife, quando M.Q. – operante nel settore dell’import export – ha segnalato alla Guardia di Finanza l’illecita richiesta che gli veniva fatta da uno  spedizioniere in servizio al porto di Napoli per accelerare lo sdoganamento di merce giunta dalla Cina. Suo complice, così come accertato dalla Guardia di Finanza, un funzionario doganale oggi accusato per reati di concussione e rivelazioni del segreto d’ufficio. La vicenda partita lo scorso luglio, oggi ha portato alla conferma degli arresti domiciliari per lo spedizioniere e all’arresto del funzionario doganale, detenuto attualmente presso la Casa Circondariale di Napoli.
Per quest’ultimo, l’accusa, su cui i militari hanno approfonditamente indagato, è stata quella di aver attribuito (per voce dello spedizioniere) l’aggravamento dei tempi di riscontro attraverso l’attribuzione al carico proveniente dalla Cina del codice doganale “canale giallo” anziché “canale verde”, minacciato l’applicazione di rilevanti sanzioni pecuniarie e infine promesso di “risolvere la vicenda” mediante il “regalo” di 6 mila euro. Il passaggio del denaro, dall’imprenditore alifano allo spedizioniere incaricato è avvenuto al casello autostradale di Caserta Sud, dopodichè è scattato per lui l’immediato arresto, poi gli arresti domiciliari, per mani degli uomini della Guardia di Finanza agli ordini del Capitano Tranis.

 

 

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