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Emergenze sociali in cerca d'ascolto

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Suicidi e scomparse. Nessuno escluso dai drammi del momento

La scomparsa  del signor Salvatore Zarrone di Alife (due giorni fa), e quella della signora Concetta Rega a Sant’Angelo lo scorso settembre, lanciano un forte campanello d’allarme sul territorio allertandoci di una situazione d’emergenza di cui si conoscono solo i casi “più noti” o più tragici, come appunto gli allontanamenti da casa denunciati ai Carabinieri. Il morbo di Alzheimer, spesso la causa di simili disagi, torna a far capolino tra le riflessioni comuni.
Sono in aumento i casi di alzheimer, ossia di demenza degenerativa, registrati nel mondo, tanto che secondo le stime, nel 2050 una persona su 85 potrebbe essere affetta dal morbo. Perdita di memoria, dell’orientamento, difficoltà nel linguaggio: sono i sintomi con cui si manifesta questo male, mediamente dopo i 60 anni d’età.

Ancora pochi gli aiuti alle famiglie su cui grava la spesa e l’assistenza di una delle patologie a più grave impatto sociale del mondo, eppure l’emergenza si fa sentire lì dove tanti anziani vivono perfino da soli e senza rendersene conto subiscono una patologia che limita la volontà di intendere e volere costringendo il corpo ad azioni o atteggiamenti fuori controllo: azioni comuni come accendere un caminetto, o dimenticare acceso un fornello del gas, lasciare rubinetti dell’acqua aperti, avviarsi in cammino per chissà quale meta,  sono solo alcune  delle “scene note” che danno preoccupazione a familiari o vicini di casa. Si tratta di persone che non possono vivere da sole o senza un costante controllo da parte di qualcuno. E dove non ci sono parenti o figli ad aver cura di loro? 
La risposta potrebbe venire dai servizi di assistenza sociale che operano sul territorio ma di cui spesso non troviamo presenza dentro i  fatti quotidiani, e non sempre per la carenza di un servizio, talvolta anche per la mancata denuncia di casi gravi che necessitano di assistenza. 
Siamo di fronte ad un’emergenza che riguarda non solo gli ammalati in questione, ma l’intero territorio talvolta omertoso, superficiale, cieco dinanzi al dramma fisico e umano altrui.
Anche i suicidi (tre!) che si sono verificati su finire dell’estate dicono la consistenza di un tonfo silenzio che circonda situazioni e storie, anche quelle più apparentemente vicine. Il bene, la fortuna, il vanto delle piccole comunità come le nostre sembrava ritrovarsi nell’immagine di una grande famiglia dove si conosce tutto di tutti, e invece sembra non essere più così, tant’è che ieri la tragedia ha bussato nuovamente alle nostre porte, quando a Dragoni un quarantasettenne del posto ha tentato il suicidio ingerendo benzina.
Dialoghi, scambi, confronti: forse manca la capacità o il coraggio di chiedere aiuto quando si è nel bisogno; o forse manca il coraggio di entrare in casa altrui per darlo l’aiuto…
Affrettiamo il passo, non per scappare, ma per andare incontro…prima che sia troppo tardi! 

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