Mons. Di Cerbo in Cattedrale ad Alife per il Te Deum di fine anno
“Siamo al termine di un anno ricco di eventi nazionali e locali, un anno in cui abbiamo assistito al crollo di un certo modo di fare politica contro il bene comune e a prescindere dall’etica, un anno dominato dalla disperazione di famiglie senza lavoro e senza stipendio e di giovani che abbandonano le proprie comunità, spesso rinunciatarie circa lo sviluppo del territorio e incapaci di proteggerli e di assicurare loro un futuro. Un anno in cui spesso la crisi è stata pagata dai poveri e dalle persone con disagi”.
Con queste parole S.E.Mons.Valentino Di Cerbo ha salutato l’ultimo giorno dell’anno in occasione dell’incontro in Cattedrale, ad Alife, i Sindaci e le Autorità civili e militari del territorio. Un momento che come da tradizione, per la Diocesi di Alife-Caiazzo, rappresenta la sintesi, la revisione di quanto fatto e le prospettive, oltre che gli impegni per il futuro. A partire dal messaggio del Santo Padre per Giornata mondiale della pace che si celebra ogni 1° gennaio, e che quest’anno porta il titolo “Beati gli operatori di pace”, il Vescovo Di Cerbo ha esortato a “scelte concrete di vita” che pongono al centro il pieno rispetto dell’uomo, quale presupposto per edificare la pace. Un anno – quello appena trascorso – che nonostante le difficoltà evidenti, si è arricchito di esempi di buone prassi amministrative e un nuova riscoperta di fede nell’ambito della chiesa locale che hanno condotto ad un nuovo e comune senso di soliderietà fondato sull’essenziale. “Tutti questi eventi – ha pronunciato il Vescovo – chiedono a noi cristiani, non di essere superficialmente archiviati, ma, facendo tesoro dei fallimenti e dei successi ottenuti, di diventare segnali di direzione, indicatori di un futuro da costruire”.
L’omelia di Mons. Valentino Di Cerbo, oltre ad essere una “lettura” dei fatti, e l’auspicio di un futuro sereno, vissuto soprattutto in un’ottica di fede, si carica dell’esortazione che è un pò il cuore del suo messaggio alle autorità presenti: “Non dimenticare che all’esercizio di una funzione pubblica è connessa una responsabilità educativa, perché chi è chiamato a posti di responsabilità diventa automaticamente punto di riferimento e modello sociale. Quindi anche i comportamenti privati influiscono su quelli delle persone che essi rappresentano. Non si tratta di essere santi, ma coerenti. La persona che ha un ruolo pubblico e non è coerente non educa alla pace”.
Un pensiero speciale alle realtà del territorio e alle difficoltà che attendono risoluzione e “voce”: il rispetto dell’ambiente, l’accoglienza degli extracomunitari sempre più numerosi, il sostegno alle scuole in crescente difficoltà economica.
Esaltando il valore nobile della politica e il suo fondamento che è il bene comune, Mons. Di Cerbo ha invitato a “salire in politica” con lealtà, ma soprattutto con coraggio perchè “salire indica fatica, sacrificio, piena convinzione delle responsabilità che si assumono, e la necessaria consapevolezza che ogni ascesa necessita di una cordata di persone leali tra loro”. Al termine della celebrazione, dopo il canto del Te Deum, il Vescovo ha salutato la comunità e le autorità presenti nel salone della casa parrocchiale.
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