L’ultimo Angelus è un ”cambiare pagina” nella storia della Chiesa. Il Papa chiama e il popolo cristiano risponde. ”Grazie”, la nota dominante della piazza. La logica dei fedeli non è quella dei media. Basta uno striscione per dimostrarlo, nove parole in tutto. C’è scritto: ”Abbiamo capito, continueremo ad amarti, grazie, i tuoi giovani”. E ancora: ”Non poteva nessuno, siamo partiti noi”
Come ci si congeda da un Papa? Da un Papa che, con la sua rinuncia, ha cambiato e cambierà per sempre la storia della Chiesa. È questo il pensiero dominante oggi. A chiederselo sono le migliaia di fedeli che si sono messi in cammino, verso la stessa piazza, per un commiato finora inedito: un commiato “annunciato”, o meglio preparato, reso possibile da parole chiare, cristalline – prima davanti ai cardinali, poi ai fedeli, prima in latino, poi in italiano – che con lucida e serena consapevolezza si sono bagnate nell’umiltà e purificate grazie alla capacità di porsi al cospetto di Dio per trovare la forza di una decisione clamorosa, ma meditata nell’interiorità più profonda della propria coscienza, interrogata costantemente dalla preghiera. Per il bene della Chiesa.