Bagno di folla a San Pietro. Papa Francesco si lascia andare a numerosi “fuori programma”. La Chiesa è con lui
“Non dimentichiamo mai che il vero potere è il servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce; deve guardare al servizio umile, concreto, ricco di fede, di san Giuseppe e come lui aprire le braccia per custodire tutto il popolo di Dio e accogliere con affetto e tenerezza l’intera umanità, specie i più poveri, i più deboli, i più piccoli, quelli che Matteo descrive nel giudizio finale sulla carità; chi ha fame, sete, è straniero, nudo malato, in carcere”. È il passo più applaudito dell’omelia del Papa, e quello più significativo del modo in cui il 265° successore di Pietro intende esercitare il suo ministero, che inizia ufficialmente oggi. “Solo chi serve con amore sa custodire!”, ha esclamato il Santo Padre. “Anche oggi davanti a tanti tratti di cielo grigio, abbiamo bisogno di vedere la luce della speranza e di dare noi stessi speranza. Custodire il creato, ogni uomo e donna, con uno sguardo di tenerezza e amore è aprire l’orizzonte della speranza, è aprire uno squarcio di luce in mezzo a tante nuvole, è portare il calore della speranza!”. E per il credente, ha ricordato il Papa, “per noi cristiani, come Abramo, come san Giuseppe, la speranza che portiamo ha l’orizzonte di Dio che ci è stato aperto in Cristo, è fondata sulla roccia che è Dio”. Poi la definizione del ministero petrino: “Custodire Gesù con Maria, custodire l’intera creazione, custodire ogni persona, specie la più povera, custodire noi stessi: ecco un servizio che il vescovo di Roma è chiamato a compiere, ma a cui tutti siamo chiamati per far risplendere la stella della speranza”. Custodiamo con amore ciò che Dio ci ha donato”, l’invito finale del Papa, che ha chiesto “l’intercessione della ergine Maria, di san Giuseppe, dei santi Pietro e Paolo, di san Francesco, affinché lo Spirito Santo accompagni il mio ministero”. “E a voi tutti dico; pregate per me, Amen”, la conclusione dell’omelia, scandita dagli applausi.
Fonte Agensir