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Pasqua. Il messaggio del Vescovo Valentino Di Cerbo dalle pagine di Clarus

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Il pensiero del Vescovo Valentino Di Cerbo sul valore dell Resurrezione: “Rendere buona la propria vita significa confrontarsi continuamente con Cristo”

Pasqua non è una ricorrenza da commemorare, ma un evento che ci riguarda e vuole coinvolgerci. Il mistero della Morte e della Resurrezione di Gesù, infatti, ci ha plasmati dal momento del Battesimo, quando nel segno dell’immersione/emersione dall’acqua, “siamo stati sepolti insieme con lui nella morte, affinché come Cristo fu risuscitato dai morti… anche noi possiamo camminare in una vita nuova”. (Rm. 6, 3).
In virtù di quel dono gratuito, nel cristiano è entrato un dinamismo che lo spinge a morire all’egoismo e al peccato e ad aderire all’esperienza pasquale di Gesù, che porta alla vita nuova. Celebrare la Pasqua annuale significa riappropriarsi di quel dinamismo, capace di rendere uomini che, seguendo Gesù, rinunciano al fascino di false sicurezze e si affidano completamente a Dio.
Se oggi infatti celebriamo risorto e vivente Gesù di Nazareth, è perché la sua vita non si è chiusa in sé stessa, ma egli ha messo al primo posto il progetto di amore del Padre sulla storia: un progetto di libertà, di dignità, di autenticità, di giustizia, di accoglienza, di fraterna comunione tra gli uomini e, rifiutando tutte le alternative, lo ha portato avanti fino in fondo, mettendo anche a repentaglio la propria vita, anzi donandola di proposito perché quel progetto, realizzandosi, potesse ridonare alla vicenda umana la propria bellezza.La Risurrezione sconfigge le illusioni e le pretese di quanti volevano soffocare i sogni dell’uomo Gesù, appendendolo sulla croce e seppellendo la sua esperienza sotto una pietra tombale, e rappresenta la vittoria della vita, che il Padre realizza vanificando progetti legati al potere, all’egoismo, all’umiliazione dei propri simili, al rifiuto della ricchezza della diversità…
La morte di Gesù non è un episodio isolato, ma il culmine e la sintesi della sua vita e la risurrezione ne rappresenta l’approvazione da parte di Dio e, quindi, la riuscita. Dalla Pasqua in poi, chi cerca sinceramente di rendere buona la propria vita, non può non confrontarsi con l’esperienza di Gesù, continuamente. Senza questo confronto si rischia di cadere nella banalità e di trasformare la vita da benedizione, in maledizione per sé e per i fratelli. Il mistero d’amore contenuto nella Pasqua ci viene ripresentato ogni volta che celebriamo l’Eucarestia, in cui è contenuto.
Partecipare alla Messa significa accogliere il dono di quella vita “offerta in sacrificio”, di quel gesto d’amore infinito per i fratelli e impegnarsi a riproporlo nella storia di ogni giorno. Significa altresì rientrare, dopo l’illusione del peccato, in quel  dinamismo pasquale ricevuto nel Battesimo, quando a ogni cristiano è stata donata la grazia di assomigliare a Cristo morto e risorto e di ricalcarne le orme, per costruire un mondo secondo i sogni di Dio.

+ Valentino, vescovo

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