La Redazione – Non si può dire, in questo caso, che “tornerà agli antichi splendori”. Frase di rito quando si parla di restauri, e stavolta vera semmai solo in parte. Ma non c’è da allarmarsi. Quello della statua lignea dell’Immacolata, opera di Gennaro D’Amore datata 1763, è un restauro che non riporterà alla luce le pitture originali del ‘700, ma rispetterà l’immaginario comune e condiviso che accompagna il culto locale della Vergine da cent’anni a questa parte, e cioè dall’ultimo restyling dell’800 che rese la statua, custodita nel santuario di Ave Gratia Plena, così come la conosciamo oggi esteticamente, e a cui tutta la comunità di fedeli è affezionata.
Questa mattina una breve visita al laboratorio della dottoressa Michela Acquaro, a Sessa Aurunca, ha permesso di dare un’occhiata all’iter del lavoro di sistemazione dell’opera artistica, voluta in occasione del 250° anniversario del suo arrivo nella città di Piedimonte Matese, che sarà celebrato tra meno di un mese, il 5 maggio. Il lavoro del laboratorio è alla fase di stuccatura, utile a consolidare le irregolarità del legno, già disinfestato. Tutta l’opera non presenta più i cromatismi originali del ‘700, che rimangono al di sotto delle pitture del restauro ottocentesco. Soltanto il viso perlaceo è rimasto intatto nel corso del tempo, unica e pregevole testimonianza del periodo artistico di cui era figlio Gennaro D’Amore. E’ stato tuttavia deciso di preservare le colorazioni attuali a cui i fedeli sono oramai abituati da oltre un secolo.
Per la celebrazione del 250° anniversario, l’Immacolata seguirà lo stesso percorso che seguì allora per giungere in città, partendo dalla Cattedrale di Alife e arrivando nel Santuario di Agp attraversando via Immacolata.
