“Gesù è vivo in mezzo a noi in modo nuovo”. All’udienza generale di questa mattina anche il Vescovo di Alife-Caiazzo
“L’entrare nella gloria di Dio esige la fedeltà quotidiana alla sua volontà, anche quando richiede sacrificio, richiede alle volte di cambiare i nostri programmi”. Lo ha detto il Papa, che nella catechesi dell’udienza generale di oggi si è soffermato sull’Ascensione come “culmine” della vita terrena di Gesù, contenuta nel Credo, in cui recitiamo che Gesù “è salito al cielo, siede alla destra del Padre”. L’Ascensione di Gesù, ha ricordato Papa Francesco, “avvenne concretamente sul Monte degli Ulivi, vicino al luogo dove si era ritirato in preghiera prima della passione per rimanere in profonda unione con il Padre”. “ancora una volta – il commento del Papa – vediamo che la preghiera ci dona la grazia di vivere fedeli al progetto di Dio”. “Mentre ascende alla Città santa, dove si compirà il suo esodo da questa vita – ha commentato il Papa sulla scorta di san Luca – Gesù vede già la meta, il cielo, ma sa bene che la via che lo riporta alla gloria del Padre passa attraverso la Croce, attraverso l’obbedienza al disegno divino di amore per l’umanità”. “L’elevazione sulla croce significa e annuncia l’elevazione dell’ascensione al cielo”, come si legge nel Catechismo della Chiesa cattolica.
“Noi non siamo mai soli, abbiamo questo avvocato che ci attende, che ci difende”. Ha detto papa Francesco nella parte finale della catechesi, spiegando che l’Ascensione “non indica l’assenza di Gesù, ma ci dice che è vivo in mezzo a noi in modo nuovo: non è più in un preciso posto del mondo come lo era prima dell’Ascensione, ora è nella signoria di Dio, presente in ogni spazio e tempo, vicino ad ognuno di noi”. “Nella nostra vita – ha spiegato Papa Francesco ai fedeli – non siamo mai soli: il Signore crocifisso e risorto ci guida. Con noi ci sono tanti fratelli e sorelle che nel silenzio e nel nascondimento, nella loro vita di famiglia e di lavoro, nei loro problemi e difficoltà, nelle loro gioie e speranze, vivono quotidianamente la fede e portano, insieme a noi, al mondo la signoria dell’amore di Dio”. “Gesù è Risorto, è asceso al cielo, è avvocato per noi!”, ha esclamato il Papa salutato dall’applauso dei fedeli. Di qui l’invito a “partire dalla contemplazione della Signoria di Gesù, per avere da lui la forza di portare e testimoniare il Vangelo nella vita di ogni giorno: contemplare e agire, ‘ora et labora’ insegna san Benedetto, sono entrambi necessari nella nostra vita di cristiani”. Tra gli “elementi” dell’Ascensione narrata da san Luca, Papa Francesco ha citato il fatto che gli apostoli, dopo aver visto Gesù salire al cielo, tornarono a Gerusalemme “con grande gioia”. “Questo ci sembra un po’ strano”, ha commentato: “In genere quando siamo separati dai nostri familiari, dai nostri amici, per una partenza definitiva e soprattutto a causa della morte, c’è in noi una naturale tristezza, perché non vedremo più il loro volto, non ascolteremo più la loro voce, non potremo più godere del loro affetto, della loro presenza”. L’evangelista, invece, “sottolinea la profonda gioia degli apostoli”. “Come mai?”, si è chiesto il Papa. “Proprio perché – la sua risposta – con lo sguardo della fede, essi comprendono che, sebbene sottratto ai loro occhi, Gesù resta per sempre con loro, non li abbandona e, nella gloria del Padre, li sostiene, li guida e intercede per loro”. (Fonte Agensir)
Al termine dell’udienza il Santo Padre ha salutato personalmente alcuni dei presenti. Tra essi anche S.E.Mons. Valentino Di Cerbo che gli ha portato l’affetto e la riconoscenza della Diocesi di Alife-Caiazzo: “A nome dei sacerdoti e dei fedeli della mia Diocesi le dico grazie per la gioia e l’orgoglio che ci sta donando di appartenere alla Chiesa”. Al sorriso del Papa si sono aggiunte le parole: “Pregate per me. Vi benedico tutti”