L’incontro con il Vangelo nel tempo dei new media
Un’opportunità preziosa per verificare quanto il cammino pastorale riesca a mettere in grado le persone di affrontare e non subire la cultura mediatica dei nostri tempi, caratterizzata dall’utilizzo crescente di nuovi strumenti.
La 47ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebra domenica – com’è ormai consuetudine nella solennità dell’Ascensione – rappresenta un importante momento di riflessione e di approfondimento anche per le parrocchie. Il tema di quest’anno («Reti sociali: porte di verità e di fede, nuovi spazi di evangelizzazione») per contenuti e per rilevanza può essere utile a migliorare e rendere più efficaci le diverse attività svolte dalle parrocchie, chiamate a essere protagoniste nella sfida di comunicare anche attraverso il Web. «Oggi non è possibile evangelizzare in profondità e raggiungere le tante persone che vivono quotidianamente immerse nel mondo della Rete senza veicolare l’annuncio del Vangelo attraverso i nuovi media e, in modo particolare, i social network – spiega il vescovo monsignor Claudio Giuliodori, oggi assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica.
La 47ª Giornata mondiale delle comunicazioni sociali che si celebra domenica – com’è ormai consuetudine nella solennità dell’Ascensione – rappresenta un importante momento di riflessione e di approfondimento anche per le parrocchie. Il tema di quest’anno («Reti sociali: porte di verità e di fede, nuovi spazi di evangelizzazione») per contenuti e per rilevanza può essere utile a migliorare e rendere più efficaci le diverse attività svolte dalle parrocchie, chiamate a essere protagoniste nella sfida di comunicare anche attraverso il Web. «Oggi non è possibile evangelizzare in profondità e raggiungere le tante persone che vivono quotidianamente immerse nel mondo della Rete senza veicolare l’annuncio del Vangelo attraverso i nuovi media e, in modo particolare, i social network – spiega il vescovo monsignor Claudio Giuliodori, oggi assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica.
Il coraggio di “impigliare” nella rete
Il web per dire la fede. E’ così. Pochi clic e accade che “per tutta la terra si diffonde il loro annuncio e ai confini del mondo il loro messaggio” (Dal salmo 18). Anche la Diocesi di Alife-Caiazzo sperimenta il messaggio delle rete, della “parola veloce ed immediata” affidata alla modernità. Parrocchie, sacerdoti, associazioni, Uffici diocesani, amici: fra tutti è un rimbalzare di annunci ma soprattutto di pensieri, di condivisioni che ormai in internet vanno per la maggiore. La foto di una processione, una preghiera, una citazione, uno smile al termine di un passo biblico e la fede fluttua dal monitor alla testa e poi al cuore. Ci sono i legami alla base di questi “incontri”, legami che tramano la rete di più solidi rapporti di comunione.
La Diocesi ormai qualche anno vive in maniera consolidata l’esperienza di questi nuovi spazi di evangelizzazione attraverso il proprio sito (http://www.diocesi-alife-caiazzo.it/) e le pagine Facebook dedicate; idem per la Biblioteca Diocesana San Tommaso d’Aquino (http://www.bibliodac.it/), prima fra tutti ad affacciarsi in rete. Clarus, il periodico diocesano, andava on line oltre un anno fa allargando le proprie vedute anche alla cronaca locale, puntando (e sperando di riuscirci…!) alla serietà della notizia, alla verità dei fatti e al rispetto verso i lettori traducibile in forme di “racconto” leali e soprattutto fondate su forme di linguaggi corretti. Meta di ogni scritto “l’uomo”, i suoi bisogni, i suoi racconti, la voglia di esserci con la propria esperienza, e il merito di essere “vivo” in questo contesto sociale, culturale e politico.
All’esperienza di evangelizzazione attraverso la rete si è unito da pochi giorni il sito internet delle Monache Benedettine di Piedimonte Matese (http://www.benedettinepiedimonte.it/). Una finestra che si apre su un mondo fatto di silenzi e preghiera, di giornate in raccoglimento o dedite al lavoro della cucina e dell’orto. La richiesta di andare on line viene “da dentro” le mura spesse e antiche di questo luogo storico, che avverte l’esigenza di parlare e stabilire nuovi ponti – pur sussurrando – così come la nuova cultura mediatica chiede. Tutto nasce dalla volontà “di non rimanere solo qui dentro…” ma riconoscere che qualcosa è cambiato e che la Chiesa continua ad “andare verso…; andare oltre…”.
Chi scrive, sorride teneramente ripensando ai giorni in cui è venuta la “richiesta d’aiuto” accompagnata poi dal dubbio, dal “cosa accadrà…”, dal “rimandiamo fra qualche mese”. In visita guidata per le “segrete” del monastero perchè il sito possa parlare con le foto e con esso, parli la spiritualità di un luogo custode di antichi mestieri ed eterne preghiere. Quel capo sempre chino in segno di rispetto, di venerazione, di adorazione davanti all’Eucarestia, questa volta guarda più su, porta gli occhi ad incontrare quelli del mondo confidando che il mondo si fermi tra queste mura, almeno per qualche istante.
(gb)
La Diocesi ormai qualche anno vive in maniera consolidata l’esperienza di questi nuovi spazi di evangelizzazione attraverso il proprio sito (http://www.diocesi-alife-caiazzo.it/) e le pagine Facebook dedicate; idem per la Biblioteca Diocesana San Tommaso d’Aquino (http://www.bibliodac.it/), prima fra tutti ad affacciarsi in rete. Clarus, il periodico diocesano, andava on line oltre un anno fa allargando le proprie vedute anche alla cronaca locale, puntando (e sperando di riuscirci…!) alla serietà della notizia, alla verità dei fatti e al rispetto verso i lettori traducibile in forme di “racconto” leali e soprattutto fondate su forme di linguaggi corretti. Meta di ogni scritto “l’uomo”, i suoi bisogni, i suoi racconti, la voglia di esserci con la propria esperienza, e il merito di essere “vivo” in questo contesto sociale, culturale e politico.
All’esperienza di evangelizzazione attraverso la rete si è unito da pochi giorni il sito internet delle Monache Benedettine di Piedimonte Matese (http://www.benedettinepiedimonte.it/). Una finestra che si apre su un mondo fatto di silenzi e preghiera, di giornate in raccoglimento o dedite al lavoro della cucina e dell’orto. La richiesta di andare on line viene “da dentro” le mura spesse e antiche di questo luogo storico, che avverte l’esigenza di parlare e stabilire nuovi ponti – pur sussurrando – così come la nuova cultura mediatica chiede. Tutto nasce dalla volontà “di non rimanere solo qui dentro…” ma riconoscere che qualcosa è cambiato e che la Chiesa continua ad “andare verso…; andare oltre…”.
Chi scrive, sorride teneramente ripensando ai giorni in cui è venuta la “richiesta d’aiuto” accompagnata poi dal dubbio, dal “cosa accadrà…”, dal “rimandiamo fra qualche mese”. In visita guidata per le “segrete” del monastero perchè il sito possa parlare con le foto e con esso, parli la spiritualità di un luogo custode di antichi mestieri ed eterne preghiere. Quel capo sempre chino in segno di rispetto, di venerazione, di adorazione davanti all’Eucarestia, questa volta guarda più su, porta gli occhi ad incontrare quelli del mondo confidando che il mondo si fermi tra queste mura, almeno per qualche istante.
(gb)