Al Liceo “Galilei” gli studenti delle Quinte delle scuole di Piedimonte incontrano la storia si confrontano con se stessi
La Redazione – Un salto indietro nel tempo, fino al 1978, sulla scia di parole, immagini, voci e testimoni. Mattinata ricca di “pensieri” quella presso il Liceo Statale “G.Galilei” di Piedimonte, dove si è svolta la manifestazione in ricordo del caso Moro, a 35 anni dagli avvenimenti del rapimento e dell’omicidio del presidente della Democrazia Cristiana da parte delle Brigate rosse, e dell’uccisione di Peppino Impastato, vittima della mafia proprio nelle stesse ore tra l’8 e il 9 maggio di quell’anno.
Eventi lontani per gli studenti di oggi, ma i cui echi vanno ripetuti per non essere dimenticati. Sta qui l’intento dell’iniziativa organizzata con il Liceo dall’Associazione culturale Byblos, assieme alla Caserta Film Commission e all’Amministrazione Comunale di Piedimonte nell’ambito del cartellone di eventi Maggio a Piedimonte promosso dall’Assessorato alla Cultura retto da Costantino Leuci. In apertura la lettura delle lettere scritte dallo statista della DC durante i giorni di prigionia, in una rappresentazione dell’attore Pierluigi Tortora. Poi spazio al cortometraggio di Carmen Giardina “Fratelli Minori” (presente in auditorium il produttore e attore Giuseppe Milazzo Andreani) e poi la testimonianza di Franco Alfano, oggi giornalista Rai, che al tempo di Moro fu l’unico direttore di un Tv locale a riprendere in esclusiva le immagini del ritrovamento del corpo ormai cadavere.
Un’assemblea particolarmente “raccolta”, quella dei giovani presenti in auditorium: ragazze e ragazzi delle classi quinte degli istituti superiori della città accompagnati dai loro insegnanti. Assemblea insolitamente “attratta” da un passato sconosciuto a molti, ignorato da altri, anonimo per altri ancora.
Eppure la riflessione non si è fatta attendere: dapprima l’entusiasmo per i contenuto e la composizione dell’incontro, poi un più profondo pensiero sulla storia, sulle vicende umane, sull’evoluzione della politica, sul concetto di libertà interiore e di pensiero.
Se dovessi tornare indietro di trentacinque anni, sarei uno di quelli dalla parte di Peppino Impastato, di quelli che con i pugni chiusi puntati con forza verso l’alto, aggredivano di rabbia e coraggio un “sistema” politico e mafioso che quasi (in quella regione d’Italia) appariva un tutt’uno. Che bell’esempio di libertà, di umiltà, di ostinata partecipazione alla vita del paese in cui Peppino è cresciuto! Oggi non è così.
Se dovessi immaginarmi uomo del futuro non temerei di stare dalla parte di Aldo Moro. Non l’uomo della Democrazia Cristiana, ma l’uomo delle Istituzioni. L’uomo che pensa “per l’uomo”. Non guardo ai colori di un partito politico ma alla stessa ostinazione in cui Moro – come Impastato – ha creduto fino alla fine nella legalità, nella trasparenza, nella giustizia, nella parità, che non c’erano.
Pur avendo fatto un passo indietro nella storia, abbiamo compiuto, senza volerlo, un passo avanti “di pensiero”, che ci insegna – anche attraverso la scuola – che politica e partecipazione appartengono a tutti, che vale pur sempre la pena battere un pugno, magari su un tavolo o un banco di classe per dire ciò che si è.
Gabriele Biasi, rappresentante degli studenti nel Consiglio d’Istituto – Liceo Statale “G.Galilei”, Piedimonte Matese.