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Nuova festa in Diocesi. Mons.Di Cerbo conferisce il ministero dell'accolitato a tre seminaristi

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Dall’altare al popolo di Dio. L’accolito, uomo del’incontro intimo con Cristo

La Redazione – “La Chiesa non vive per sè ma vive per servire il Regno di Dio, il progetto di Dio sull’umanità”. Le parole di Mons.Valentino Di Cerbo durante l’omelia di domenica scorsa – presso la parrocchia di Santa Caterina V. e M. – nella celebrazione in cui ha conferito il ministero dell’Accolitato ai seminaristi Francesco Monte della parrocchia di San Michele Arcangelo (Alife), Salvatore Di Chello della parrocchia di Santa Caterina V. e M. (San Potito) e Giovanni Ruotolo della Comunità di Formicola. “La Chiesa, chiamata a servire, vive questa sua dimensione inviando i suoi ministri dalla mensa dell’altare alla gente…al popolo di Dio” e citando il Concilio il Vescovo ha ricordato il valore della ministerialità della Chiesa che a partire da quel momento storico assume un nuovo vigore profetico. Diversi e molteplici i ministeri nella Chiesa e per alcuni di essi è scelto un rito, una cerimonia, l’ufficialità del ruolo affidato a chi ne è investito, come quello di proclamare la Parola di Dio e servire all’altare, e ancora il ministero del diaconato, del presbiterato e dell’episcopato. “La missione dell’accolito che partecipa più intimamente al mistero della Chiesa, cioè partecipa da vicino al mistero dell’eucarestia servendo all’altare – spiega il Vescovo – è prima di tutto quella di uniformarsi a Cristo, di essere come lui: pane spezzato per i fratelli”. Questa vicinanza all’altare si concretizza non nella forma di un rito, di un affaccendarsi intorno alla mensa, ma attraverso una vicinanza spirituale profonda con il mistero eucaristico che si compie per amore riversandosi nel cuore del popolo di Dio. Quali sono allora le caratteristiche di chi è chiamato a servire intimamente le Chiesa? Attinge le risposte dalla Parola di Dio proclamata, il Vescovo, che nella vigilia della solennità di San Giovanni Battista, presenta la figura di un uomo non orientato alla realizzazione di sè ma di colui che vive proiettato verso Cristo: “egli è il precursore, coli che indica: l’obiettivo della sua vita è esaltare e dare importanza a chi verrà dopo di lui…”. Riflessione di ampio respiro quella del Vescovo che coinvolge da vicino i nuovi accoliti diocesani, ma l’intera comunità dei battezzati in una prospettiva di servizio umile e generoso.
La celebrazione di Domenica ha riunito ben tre comunità parrocchiali e con esse le autorità civili locali. Un momento significativo e fecondo per la Diocesi di Alife-Caiazzo che ancora una volta rende grazie al Signore per il dono di giovani coraggiosi a rispondere alla sua chiamata.

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