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San Sisto. Il Vescovo chiede più attenzione ai poveri e ai giovani

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Nel consueto messaggio alla Cappella fuori le mura, Mons.Di Cerbo invita ad andare oltre la fede delle emozioni, ad essere segni autentici di onestà, legalità,  e giustizia. A settembre, ha annunciato il Vescovo, ripartirà la Visita pastorale iniziata dal predecessore, Mons.Farina

La Redazione – Festa di San Sisto, esperienza di  popolo unito che puntualmente si ritrova attorno al Santo patrono per confermare una storia e la propria identità, religiosa e culturale. Quest’anno, nel consueto messaggio che il Vescovo puntualmente affida ai fedeli e idealmente all’intera Diocesi di Alife-Caiazzo, Mons.Valentino Di Cerbo ha chiesto ai battezzati di questa grande comunità un passo oltre, un passo avanti nel cammino di battezzati: “San Sisto ci IMG_1297chiede di ripartire dall’esperienza della sua festa per chiederci  se la nostra convivenza è un autentico camminare insieme verso orizzonti e obiettivi di giustizia, di onestà, di accoglienza, di dialogo e se la fede per noi è un cullarci dolce dentro emozioni effimere o è scelta che fa di ciascuno un trasformatore della storia, delle piccole storie individuali e della storia comune verso le mete alte che ci propone il Vangelo”. Quella di San Sisto è ancora una volta occasione per interrogare, suscitare, interpellare il popolo ad una vita autentica, ad una fede matura fondata non sulle emozioni ma sulla certezza dell’incontro con Gesù Cristo, così come è stato per la vita dei Santi.IMG_1305
Ieri sera al termine della messa in Cattedrale, l’assemblea dei fedeli, il Vescovo e il Clero diocesano, hanno raggiunto in processione – portando il busto di San Sisto – la Cappella fuori le mura, dove nel lontano 1132 il Conte Rainulfo depose e custodì le reliquie del Santo portate da Roma, in attesa di edificare quella che oggi è la Cattedrale. Solo il 7 agosto del 1716 il Vescovo Porfirio rinveniva nella cripta della Cattedrale quelle che sarebbero state attestate come le reliquie del Santo Patrono, Sisto I. A distanza di qualche giorno, l’11 agosto di 297 anni fa, la processione tra le strade cittadine, celebrava con solennità l’evento che “ristabiliva” tra San Sisto e gli alifani un nuovo e indissolubile legame.
Alla Cappella fuori le mura, Mons.Di Cerbo, ha invitato a guardare San Sisto e ai suoi successori, Benedetto XVI e Papa Francesco, modelli di vita umile, essenziale, “prossima” ai fratelli, invitando così a non dimenticare gli “ultimi” il cui volto oggi si riconosce nei giovani e nei poveri che pagano per l’indifferenza altrui. Ha esortato il Vescovo “ad andare verso le periferie dell’esistenza, perché chi non parte da lì, si preclude la possibilità di conoscere la vita e di comprendere che solo chi viene portato al centro degli affetti e della convivenza civile può tornare a vivere da uomo; a sentirci grandi, non quando siamo stati i padroni, gli ingannatori o gli sfruttatori dei fratelli, ma quando abbiamo servito la loro dignità…” In un appello ai politici (“maggioranza …e minoranza”), alle famiglie, alle istituzioni, Mons.Di Cerbo ha invitato a costruire ponti di relazioni, fraternità, di esperienze concrete di condivisione. Inoltre ha comunicato all’intera comunità la prossima ripresa della visita pastorale a partire dalla forania di Caiazzo già in autunno “Il Vescovo e i Convisitatori, non saranno nelle varie comunità per affermare un potere terreno, ma per aprire il cuore del popolo di Alife-Caiazzo alla  grazia del Vangelo, IMG_1285per suscitare profondi esami di coscienza, per liberare le nostre comunità da atteggiamenti religiosi spuri, per creare confronti  e stimolare domande tra la comunità cristiana e la Comunità civile, al fine di rendere un migliore servizio alla vita degli uomini e delle donne che vivono nel nostro territorio”. Nell’invito alla preghiera, allo spezzare il pane – quindi alla partecipazione costante all’Eucarestia – Mons. Di Cerbo ha chiesto una preghiera particolare per Mons.Pietro Farina, suo predecessore in Alife-Caiazzo, oggi vescovo di Caserta, in questo momento provato dal dolore della malattia.
Una festa patronale diventa ancora una volta occasione per fare il punto, per ripartire, per fermarsi a riflettere, per pregare, per darsi “una sosta” nel procedere estivo di caratterizzato fatto di pochi e sporadici impegni: una tappa importante per confermare il proprio ruolo di battezzati, di credenti con gli “stessi sentimenti di Cristo Gesù” come già ha ricordato il Vescovo citando l’apostolo Paolo in occasione dell’inizio del novenario proprio in onore di San Sisto.

IL TESTO INTEGRALE DEL MESSAGGIO DEL VESCOVO ALLA CAPPELLA DI SAN SISTO FUORI LE MURA (clicca)

 

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