Ri-Torno a Gallo Matese è l’evento dell’estate matesina: più che un programma, un nuovo stile di vita per i cittadini che sono rimasti a custodire le tradizioni e la storia del piccolo borgo di montagna
La Redazione – A quanti pensavano (e pensano) che la vita dei piccoli comuni di montagna sarà destinata solo al ricordo di mestieri e tradizioni “che furono” la risposta viene dalla crescente voglia di vivere e di essere che emerge dallo spirito più profondo di queste popolazioni: tempra forte di quella che resiste ai rigidi inverni e alle secche stagioni estive, immagine di una realtà capace di procedere nell’alternarsi delle stagioni e delle fasi della vita.
Una riflessione che si traduce nei fatti che coinvolgono in questi giorni i comuni di Letino e Gallo Matese, piccoli centri in quota (il primo è il più alto comune della provincia di Caserta a 961 metri) di cui si discute ormai da anni la forte percentuale di spopolamento. Troppe famiglie, troppi giovani hanno lasciato i loro paesi nativi per trasferirsi lì dove c’è lavoro (finchè c’era!) e attendersi dal futuro attività e impegni diversi da quelli comuni alla montagna perlopiù dediti alla pastorizia e all’agricoltura.
Letino ormai da diversi anni spalanca le braccia – soprattutto nei mesi estivi – ad un gran numero di turisti che sul posto hanno finito con l’acquistare una casa e nel frattempo Amministrazioni e Pro Loco hanno garantito eventi, manifestazioni culturali, divertimento e cibo sano: qui ristoranti e b&b da maggio a settembre sono sinonimo di lavoro sicuro e impiego per diverse famiglie.
Solo pochi giorni fa presso il villaggio Serramonte il Dj e produttore statunitense Tedd Patterson ha riunito centinaia di giovani provenienti dai comuni della valle matesina, mentre in molti ricorderanno i nomi che negli anni passati hanno calcato la scena del piccolo paesino come Roberto Vecchioni, Angelo Branduardi, Simone Cristicchi. Eventi che generano un rinnovato interesse anche per i “nativi” intorno alle possibilità future di impiego su cui si potrebbe investire, soprattutto in ambito turistico.
La novità di quest’anno però riguarda Gallo Matese, il piccolo centro di soli 646 abitanti che ha lanciato l’evento Ri-Torno a Gallo Matese (www.ritornoagallomatese.it) dove per ritorno si intende la ricomposizione e il recupero di tradizioni e in particolare di un tessuto sociale che negli ultimi vent’anni ha perduto la sua identità proprio a causa dell’emigrazione dei cittadini residenti.
Ricostruire anima, spirito e corpo: è questo l’obiettivo dell’attuale amministrazione comunale guidata da Giovanni Antonio Palumbo, che vuole rivitalizzare il piccolo centro coinvolgendo per primi gli abitanti residenti e favorire il piacere del ritorno per i tanti che sono andati via. Il ritorno – associato dunque ad una partenza – , leitmotiv di tutta la manifestazione dei prossimi giorni, si tinge delle sfumature del dolore, della passione, del ricordo, dell’identità, della storia e quindi del futuro puntando alla riqualificazione urbana e ambientale del luogo.
Ben cinque serate di eventi, dal 21 al 25 agosto, per prendere ossigeno e ripartire: sì, perchè Ri-Torno a Gallo Matese vuole diventare un vero e proprio manifesto, uno stile da vivere tutto l’anno. Intanto il calendario propone escursioni ed eventi sportivi (sarà possibile navigare in barca a vela il lago di Gallo), teatro, musica, e il concerto della Nuova Compagnia di Canto popolare il 24 agosto alle 21.00. Fino al primo settembre sarà inoltre possibile visitare la Retrospettiva su Don Libero Vitali, parroco per quarant’anni della piccola comunità che in paese ricordano così: “Perché un prete, tanto diverso da quelli cui eravamo abituati, sia venuto proprio in questi luoghi non sappiamo. Sappiamo però che qui è stato uomo di profonda fede cristiana. Ci ha predicato il Vangelo a suo modo, ma lo ha praticato da umile francescano. Ha aperto la sua casa a tutti, cristiani e non credenti; ha condiviso con tutti quel poco che aveva, ha aiutato chi era nel bisogno soccorrendolo per quanto poteva. Non poche “professionalità “ di pronto soccorso immediato dovette imparare e praticare in fretta in una comunità priva dei servizi essenziali”.
La vita dei nostri piccoli centri di montagna si riaccende di speranza e di progetti grazie al coraggio di chi è rimasto e fa i conti con una crisi continua a percuotere con violenza località decentrate come queste. Ma soprattutto tornano a vivere i sogni. Perchè qualcuno davvero sogna di tornare e riprendersi la vita sana e vera che riservano le famiglie, il lavoro semplice e le tradizioni di quassù.
leggo sempre i vostri articoli ma questo mi riempie il cuore di felicita’.