Un giorno Gesù volle fare una specie di sondaggio d’opinione; voleva cercare di sapere che cosa si diceva di lui in giro. Perciò chiese ai suoi discepoli: “Che cosa dice la gente di me?”(Mc.8,28) Gli Apostoli subito riferirono quella che era l’opinione della gente: “Giovanni Battista Elia, uno dei profeti”. (Mc.8,29). Ma si trattava solo di una opinione, di un’opinione giornalistica, non fondata sulla conoscenza diretta e personale, era un’opinione per sentito dire. Così è la fede di tanti cristiani, di ieri e di oggi. Si crede per sentito dire.
La fede per sentito dire non è fede. È solo una parvenza di fede, perché la fede vera ed autentica ha radici molto profonde e le radici scavano, scavano. L’opinione non è fede, perché credere significa avere un rapporto personale con una persona; credere significa affidarsi ad una persona; credere significa che la vita personale ha senso perché c’è quella persona. È sempre un altro che conferisce senso alla nostra vita. Senza un “tu” che mi interpella, la vita non avrebbe senso. Questo “tu” non è solo una persona che mi vuole bene e a cui io voglio bene.
Perché il “tu” che mi sta di fronte non può soddisfare pienamente la mia vita. Ecco la fede: è affidarsi ad un “Tu” che può soddisfare la mia vita; può dare senso non solo a ciò che faccio, ma a ciò che sono.
Dopo aver saputo che cosa la gente pensa di Lui, Gesù si rivolge ai suoi amici, a quelli che, ormai da tempo, stavano con Lui e chiede loro: “Per voi chi sono io?” (Mc.8,29). Non si tratta più di rispondere con l’opinione acquistata per sentito dire; non si tratta più di dare una risposta basata sull’opinione comune. Si tratta di una risposta di fede, cioè di una risposta che va data con la mente e con il cuore, con l’intelligenza e la volontà, con il pianto, il dolore, la gioia e la speranza che sono racchiuse nel profondo di ogni uomo. Pietro allora risponde: “Tu sei il Cristo”. (Mc.8,29) Si è sentito interpellato radicalmente Pietro; si è sentito sconvolto nel profondo; ha avvertito di trovarsi di fronte ad uno che non solo faceva miracoli, che non solo insegnava e predicava. Ha avvertito di trovarsi di fronte a quel “Tu” che la profondità della sua coscienza stava cercando da tanto.
Alfonso Caso