Lido di Venezia. Il cinema italiano ha fatto il suo esordio dignitoso nel concorso con l’interessante opera prima della regista di teatro Emma Dante, che ha portato sullo schermo, anche come interprete, “Via Castellana Bandiera”: due auto percorrono in sensi opposti una stradina di Palermo, sino a quando, trovandosi una dinanzi all’altra, si bloccano poiché nessuna delle due autiste intende lasciar passare l’altra, in un’impasse che dura più di un giorno. La strada, la via che dà il nome al film, diventa così teatro di uno scontro – più metaforico che fisico – tra due donne testarde, mentre il quartiere comincia a scommettere su quale delle due abbandonerà per prima il duello. Un gioco di
contrapposizioni ma anche di riflessi: le protagoniste si sfidano, desiderano sileziose di prevalere l’una sull’altra, ma allo stesso tempo si somigliano e si specchiano. Un duello al femminile fatto di sguardi e immobilità, minimalista, irrazionale, con un finale dalla grande forza visiva e simbolica.
Intrigante il film del tedesco Philip Groning “Die Frau des Polizisten” (La moglie del poliziotto), che sceglie una struttura in numerosi capitoli (59) per raccontare la storia di una famiglia che pian piano si sfalda a causa della violenza. Una lunga narrazione frantumata in capitoli a volte brevissimi, che riescono a rendere per immagini il lento declino dell’idillio familiare, attraverso uno stile che a tratti ricorda quello visivo dell’ultimo Malick.
Il tema della violenza in famiglia è anche nel bel “Joe”, dell’americano David Gordon Green che descrive una microcosmo ai margini, nel Sud degli Usa, popolato da figure alla deriva che lottano quotidianamente per la sopravvivenza. Una di queste, Joe (Nicolas Cage), instaura un rapporto paterno con il giovane Gary (Tye Sheridan), vittima degli abusi di un padre violento e alcolizzato. Cage dà vita al personaggio di Joe in maniera credibile con una delle sue migliori performance.
Stamattina invece l’atteso ultimo lavoro di Stephen Frears, basato sulla storia vera di una donna in cerca del figlio dato in adozione da una comunità di Suore Maddalene negli anni ’50. “Philomena” è piaciuto a tanti grazie a una sceneggiatura brillante ricca di dialoghi efficaci e divertentissimi, che ha permesso al regista inglese di confezionare un soggetto drammatico nella forma di una commedia. Judi Dench bravissima nell’impersonare il personaggio principale, che nonostante abbia subito un grave torto dalle suore, riesce a trovare la forza del perdono, da autentica cristiana, a differenza delle suore che le hanno negato crudelmente la verità.
Michele Menditto