Ben tre premi al nostro Paese al 70° Festival del Cinema di Venezia. Qualche delusione e qualche sorpresa per gli altri premi
Lido di Venezia. Alcune sono conferme, altre sorprese. La giuria della 70^ Mostra del Cinema di Venezia presieduta da Bernardo Bertolucci ha accontentato in parte la critica, ma soprattutto ha premiato l’Italia: il Leone d’Oro torna a vestirsi di tricolore, dopo 15 anni, con la vittoria di Gianfranco Rosi e il suo documentario sul Raccordo Anulare di Roma “Sacro GRA”. Una sorpresa per questo Festival, poco pronosticata in realtà, anche perché si tratta della prima volta che un documentario vince il premio più ambito del concorso veneziano. “Un film dalla forza poetica, quasi francescano”, ha sottolineato il presidente Bertolucci in conferenza post cerimonia.
Meno sorprendente il Leone d’Argento per la regia, andato al film greco “Miss Violence”, di Alexandros Avranas, film duro sul suicidio di una ragazzina e sulla sua famiglia, vittima di un padre-orco interpretato da Themis Panou, vincitore, tra l’altro, della Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile.
Il Gran Premio della Giuria è del cinese Tsai Ming-Liang, che ha portato al Lido “Jiaoyou”, mentre il Premio Speciale è del tedesco Philip Groning e del suo film “Die Frau des Polizisten”, lungo e lento racconto in 59 capitoli sul tema della violenza domestica.
Altro premio italiano per il film di Emma Dante “Via Castellana Bandiera”, per il quale l’attrice Elena Cotta, interprete della silenziosa e inquietante Samira, ha ricevuto la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile. Al giovane Tye Sheridan, tra i protagonisti di “Joe”, il Premio Marcello Mastroianni conferito a un attore/attrice emergente. Il film “White shadows” di Noaz Deshe vince il Premio De Laurentiis per l’opera prima.
Il cinema italiano fa la sua bella figura anche con un altro premio, nella sezione Orizzonti: a Umberto Pasolini è andato il riconoscimento per la migliore regia per “Still life”. Il miglior film, sempre di Orizzonti, è Eastern Boys, di Robin Campillo.
Michele Menditto