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Nevaio o ghiacciaio sul Matese. Il racconto della scoperta

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Neve a luglio sul Matese. A renderci partecipi dell’incredibile scoperta, il prof. Carlo Pastore della sezione CAI di Piedimonte Matese

«Si potrebbe dichiarare che sul massiccio del Matese, a 1500 mt di quota, sul parallelo di Napoli, vi è un nevaio perenne o ghiacciaio». A comunicarlo è il prof. Carlo Pastore, past president, nonchè fondatore, della sezione di Piedimonte Matese del Club Alpino Italiano. Sostiene il prof. Pastore che «i pastori ci hanno sempre raccontato che la neve rimane sul Matese per tutto l’anno.
DSCN0509Sono stato sempre molto scettico al riguardo, anche se, in luglio, diversi anni fa, avevo fotografato, con mia moglie Giulia d’Angerio, un gregge di pecore che vi si abbeverava. Sono tornato sul luogo in data 01.09.2013, per la ricognizione dei sentieri relativi ai Circhi dell’Aquilania, con le guide Massimo Martusciello e Maurizio Rizzi del C.A.I. di Campobasso ed Enzo Florio del C.A.I. di Piedimonte Matese, ed ho trovato la neve. Esperienza condivisa domenica 8 settembre dai partecipanti all’escursione organizzata, come da calendario, dalla sezione CAI di Piedimonte Matese. Tutti, infatti, rimanevano sorpresi nel vedere nel Canalone del Fundacone, in località Scaricatur, alla sinistra orografica dei Camparanielli, una notevole quantità di neve. Un ambiente severo, aspro, resti di ghiacciai con pareti e ghiaioni che hanno lasciato tutti abbagliati, quasi dolomitico. Questa parte di territorio ricade nel comune di Roccamandolfi».
Continua il prof. Pastore: «questa è senza dubbio una scoperta davvero straordinaria, considerando il globale riscaldamento del pianeta», e si dichiara disponibile ad accompagnare fin da subito sul luogo un eventuale equipe d’esperti. La scoperta del prof. Pastore riveste senza dubbio grande rilevanza, se si pensa che ad oggi il ghiacciaio più basso rilevato sull’Appennino è quello del Calderone a 2700 mt di quota. Ed è senza dubbio un onore, per la sezione CAi di Piedimonte Matese divulgare tale incredibile scoperta, che rende senza dubbio, ancora più ricco il territorio matesino.

Comunicato Stampa Cai

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