Mons. Valentino Di Cerbo manifestando la premura e la vicinanza ai fedeli ha voluto chiarire le ragioni del trasferimento di don Massimiliano Iadarola e ha invitato i presenti a guardare non ai successi momentanei, ma alle prospettive di lungo termine, le sole capaci di costruire un’autentica comunità parrocchiale
La Redazione – Ieri mattina S.E.Mons.Valentino Di Cerbo si è recato presso la parrocchia dei SS.Pietro e Paolo in Alvignano per incontrare quella Comunità. L’incontro era stato chiesto al Vescovo con un telegramma da un gruppo di parrocchiani, all’indomani del trasferimento del sacerdote don Massimiliano Iadarola, dopo appena un anno dal suo arrivo in parrocchia. L’arrivo del Vescovo ha colto di sorpresa la comunità, presente a Messa per la celebrazione domenicale, anche se in tanti – il coro, i ministri dell’Eucarestia, le catechiste, e molti altri fedeli – confidavano nella presenza rassicurante del Pastore, dopo una settimana di vive e pesanti polemiche, che hanno turbato non poco i fedeli di quella Parrocchia, ma anche l’intera cittadina. All’inizio della Messa il Vescovo, salutando i presenti, si è detto disponibile ad incontrare al termine della celebrazione, in modo particolare la schola cantorum, i ministri dall’eucarestia, le catechiste – anima viva di ciascuna parrocchia – e altri che volessero prendere parte ad un momento di civile confronto.
La notizia della presenza del Vescovo ha subito raggiunto molti, tanto che l’assemblea finale ha visto la partecipazione anche di alcuni di coloro che hanno aderito alla protesta degli ultimi giorni.
Le ragioni del trasferimento di qualunque sacerdote rimangono “custodite” nei colloqui e nei documenti – che in questo caso sono stati numerosi – tra un vescovo e il suo prete, tuttavia Mons. Valentino Di Cerbo, nello stile di trasparenza che lo contraddistingue e pur di manifestare premura e vicinanza alla Comunità dei SS. Pietro e Paolo, segnata dalla recente protesta di alcuni, e al gruppo di adolescenti rammaricati per la sua scelta, si è messo a totale disposizione dei convenuti, per più di un’ora. Ha riferito circa i suoi progetti – il suo “sogno” – sulla parrocchia di SS. Pietro e Paolo in Alvignano, tra le più popolose ed estese della Diocesi, che la gestione vivace, ma personalistica e poco collegata con la pastorale diocesana di Don Massimiliano, rischiavano di far fallire. Ha infatti invitato i presenti a guardare non ai successi momentanei, ma alle prospettive di lungo termine, le sole capaci di costruire un’autentica comunità parrocchiale. Quando tali prospettive mancano, ci si lega più alle persone che a Gesù Cristo e alla Chiesa. Ha detto di non meravigliarsi che tali motivazioni siano incomprensibili per alcuni, ma il Pastore, che vede più lontano dei fedeli, come un buon genitore, deve essere pronto a sentirsi incompreso anche quando sta facendo il bene della gente.
Segno di una pastorale che guarda ai risultati immediati più che alla costruzione della Comunità sono l’eccessivo ruolo del prete, l’assenza del Consiglio pastorale parrocchiale e del Consiglio per gli affari economici, le iniziative prese all’insaputa del vescovo o fuori di ogni logica diocesana, la tendenza a gestire la parrocchia come se il Vescovo e la Diocesi non esistessero, la non residenza del sacerdote in Parrocchia, la carenza dell’impegno a gettare le fondamenta per lo sviluppo futuro della Comunità (progetti CEI etc.)… Questi motivi sono stati alla base delle decisione del Vescovo che ha provveduto a nominare nuovo parroco della Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in Alvignano, uno dei migliori sacerdoti della Diocesi, don Pasqualino Rubino che farà il suo ingresso nel pomeriggio di domenica 13 ottobre.
Molti hanno gradito ed apprezzato le parole del Vescovo. Alcuni hanno fatto prevalere le ragioni dell’affetto verso don Massimiliano sulle motivazioni ponderate del Vescovo, manifestando le proprie opinioni contrarie.
Si spera che – come ha detto qualche fedele – la Comunità, accolga il bene seminato dai sacerdoti che hanno operato in quella Parrocchia e, guardando al Signore più che alle persone, si impegni a costruire una comunità di fede viva e operosa, che pone al centro l’Annuncio del Vangelo, la preghiera, la Comunione fraterna e il servizio ai giovani e ai poveri del territorio.