Gian Battista Nodari rappresenta, con originalità, uno dei momenti più emblematici della vita del Santo di Assisi
di Francesca Costantino
Mi ha colpito immediatamente quest’immagine che ritrae San Francesco mentre offre le sue vesti. È l’opera di Gian Battista Nodari, artista vissuto tra il 1880 e il 1930 ad Esine, tra i meravigliosi paesaggi bresciani della Val Camonica . Non è la resa stilistica a risultare spiazzante, seppur appartenente a quella corrente dl naturalismo lombardo di fine Ottocento che affascina e stranisce per l’uso innovativo della linea e del colore,così come dei soggetti, ormai dall’aspetto quotidiano e familiare. Ciò che, almeno personalmente, trovo di monumentale bellezza è la spontaneità di un gesto dal significato fortemente cristiano: il donare.
Tuttavia il Francesco del dipinto va oltre: il suo distendere le braccia è l’atto che sancisce l’offerta di abiti inutili e superflui e con essi delle apparenze, delle vanità, delle ambizioni. Eppure sono i palmi verso l’alto delle mani a costituire l’azione più eloquente: il donare, infatti, diventa donarsi, cessione incondizionata di un corpo ora nudo, dunque essenziale, autentico, povero ma non vuoto, perché adatto a contenere una ricchezza “altra”, un’incolmabile pienezza di senso,tale da non aver bisogno di “estetiche” aggiunte.
Il “Francesco” di Nodari è l’uomo che rinnega soprattutto se stesso, che rischia l’incomprensione di tutti ma che, consapevole dell’unica accoglienza che conta ,punta fisso lo sguardo su Gesù per chiedere di trasformare la sua natura umana in essenza divina.
Il giorno in cui il papa ha annunciato di volere assumere il nome di Francesco, ho capito che il dono della veste è un miracolo che si rinnova. Si è riproposto, infatti, lo stesso coraggio morale di essere, più che di apparire, di donarsi,più che di donare, con la consapevolezza di respingere ogni agio inutile e superfluo.
Legata, dunque, a doppio filo a San Francesco, non solo per il nome che orgogliosamente porto,confido nella Sua rinnovatrice forza, per imparare ad indossare gioiosamente, come lui, un unico e semplice saio.