E’ stato presentato questa mattina a Caiazzo il libro del giudice Paolo Albano, oggi Procuratore capo della Procura della Repubblica di Isernia
La Redazione – Il testo si intitola La strage di Caiazzo 13 ottobre 1943. La caccia ai criminali nazisti nel racconto del Pubblico Ministero e ripercorre non solo la vicenda storica di quei terribili mesi che segnarono con il dolore e la morte la resistenza caiatina all’indomani dell’armistizio, ma anche l’iter giudiziario che ha portato nel 1994 alla condanna all’ergastolo degli imputati Wolfgang Lehnigk Emden e Kurt Artur Schuster. Si tratta di un lavoro a quattro mani dove ad Albano si affianca Antimo Della Valle, giornalista e scrittore, presentato dal commento autorevole di Ferdinando Imposimato, Presidente onorario aggiunto della Suprema Corte di Cassazione.
Monte Carmignano, indica una località, nei pressi della frazione caiatina di San Giovanni e Paolo, luogo di un efferato delitto ad opera dei soldati tedeschi in ritirata verso il fronte di Cassino. Un caso – o meglio – una tragedia che la comunità locale non ha mai smesso di piangere perchè in quella occasione vennero uccisi 22 tra donne, bambini e anziani. Un caso riaperto – così come quella profonda ferita mai rimarginata – nel 1988, quando fu ritrovata la documentazione del Servizio segreto militare americano che aveva indagato sul crimine di Caiazzo e ne nacque un processo davanti alla magistratura italiana contro i responsabili. Un processo che però non ebbe l’esito e la giustizia sperata per la mancata applicazione della pena all’ergastolo in quanto l’allora pubblico ministero Mariano Maffei si rifiutò di mettere in esecuzione la sentenza.
Eppure le ricerche, le indagini, e gli studi, uniti al coraggio indagatore dei giudici che se ne occuparono fu un esempio – forse uno dei pochi – di come la storia, pur lontana ormai 50 anni, e la legge vollero ridare onore e dignità ad una vicenda umana calpestata dapprima per mezzo delle armi e poi di una sentenza mai eseguita.
Questa mattina gli studenti del Liceo Scientifico di Caiazzo, che sulla vicenda di Monte Carmignano hanno approfondito le loro ricerche, hanno incontrato il Procuratore Albano nella suggestiva cornice di Palazzo Mazziotti: dalla sua voce hanno ascoltato meglio e “da vicino” la storia di quei terribili giorni di guerra e l’indagine giudiziaria legata alla vicenda. Con gli studenti, Tommaso Sgueglia, sindaco di Caiazzo; Stefano Giaquinto, vicesindaco e Assessore provinciale; Marina Campanile, dirigente Scolastico Liceo Giannone di Caserta (quella di Caiazzo è una delle sezioni associate); S. E. Mons. Valentino Di Cerbo, vescovo diocesano; il figlio del noto storico Giuseppe Capobianco (che collaborò insieme al giornalista italo-americano Joseph Agnone a ricostruire la vicenda di Monte Carmignano); Mons. Giovanni Fusco, parroco di San Nicola de’ Figulis.
Un incontro che ha acceso curiosità, interessi per la vicenda scientifica e umana; che ha contribuito non solo a far memoria, ma prima ancora a conoscere i fatti. Lodevole il video-racconto realizzato dagli studenti sulla strage di Caiazzo e proiettato tra l’interesse, l’apprezzamento e la commozione dei presenti, tra cui diversi cittadini.
Cosa dire di così giovani generazioni, tanto lontane quanto vicine ai fatti di ben 70 anni fa? La passione e la compassione per la vicenda umana rimangono il trait d’union, il filo conduttore tra gli uomini, il legame che vincola la storia di ciascuno con le vite di quanti hanno combattuto, resistito in nome della libertà e della dignità personale. Questi giovani “nuovi” sanno appassionarsi ai messaggi di coraggio e autenticità dei testimoni, pur lontani qualche decennio e riconoscere in essi valori ed esperienze che non sempre trovano corrispondenza in un più recente passato.
Un incontro che ha acceso curiosità, interessi per la vicenda scientifica e umana; che ha contribuito non solo a far memoria, ma prima ancora a conoscere i fatti. Lodevole il video-racconto realizzato dagli studenti sulla strage di Caiazzo e proiettato tra l’interesse, l’apprezzamento e la commozione dei presenti, tra cui diversi cittadini.
Cosa dire di così giovani generazioni, tanto lontane quanto vicine ai fatti di ben 70 anni fa? La passione e la compassione per la vicenda umana rimangono il trait d’union, il filo conduttore tra gli uomini, il legame che vincola la storia di ciascuno con le vite di quanti hanno combattuto, resistito in nome della libertà e della dignità personale. Questi giovani “nuovi” sanno appassionarsi ai messaggi di coraggio e autenticità dei testimoni, pur lontani qualche decennio e riconoscere in essi valori ed esperienze che non sempre trovano corrispondenza in un più recente passato.