Lucignolo 2.0 ha mandato in onda un servizio su Guido Ferritto, un ragazzo di 19 anni di San Gregorio Matese, proponendo sprazzi della sua vita da pastore
Vincenzo Corbo – Il nostro territorio ancora una volta ha attirato l’attenzione della televisione. A proporre uno scorcio di vita trascorsa sui monti del Matese questa volta è stato “Lucignolo 2.0”, il programma di Italia 1, con un servizio intitolato L’ultimo ragazzo della montagna, su Guido Ferritto, un ragazzo diciannovenne di San Gregorio Matese che purtroppo è rimasto l’unico pastore nella zona dell’Esule.
Dalle immagini e dalle risposte che Guido da al giornalista si intuiscono la timidezza e l’umiltà che lo contraddistinguono, l’umiltà che soprattutto contraddistingue quel genere di lavoro. Fare il pastore è sinonimo di sacrificio, fatica, pazienza. Si lavora 365 giorni l’anno, non ci sono festività, niente turni da otto ore e senza un fisso mensile. Un giorno c’è il sole caldo e un giorno fa molto freddo; in inverno la neve fa fatica a sciogliersi eppure il gregge non può aspettare, ha bisogno di uscire e Guido non può tirarsi indietro.
Ma non ci sono solo lati negativi perchè, come dice lo stesso Guido, stare da solo con gli animali insegna a conoscerli, ad ascoltare le loro “voci” e tutti gli altri suoni che la natura propone.
Solitudine, natura, aria limpida. Quanti di noi hanno pensato di trascorrere giornate accompagnati da questi tre “amici”? E se questo dovesse essere il nostro lavoro? Ce la faremmo a stare giorni interi senza musica, senza internet e senza un nessuno con cui parlare?
Questo però non deve indurre a guardare Guido come un eroe, perchè non è il primo pastore né sarà l’ultimo, ma come un ragazzo coraggioso, dedito al lavoro e alla famiglia nel vero senso della parola, in un mondo in cui l’egoismo tende quasi a sopraffare tutto.
E pensare che vive a soli pochi chilometri da noi…
(Clicca sull’immagine per vedere il video)