Home ArteSanta Santa Cecilia. Oggi la festa della patrona della musica e dei musicisti

Santa Cecilia. Oggi la festa della patrona della musica e dei musicisti

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“Ecco il mio corpo”: la  Santa Cecilia di Stefano Maderno

Di Francesca Costantino Stefano Maderno è un giovane ventitreenne nel 1599, quando gli viene commissionata la statua che tanto farà parlare di sé. L’allora cardinale Paolo Emilio Sfondrato vuole celebrare il ritrovamento del corpo di Santa Cecilia in occasione del Giubileo dell’anno successivo e ha bisogno, dunque, di un monumento che possa esaltare la presenza prodigiosa della martire, rinvenuta miracolosamente intatta all’interno dell’edificio.
ceciliaIl giovane Stefano, che proviene dal Canton Ticino, si stabilisce a Roma per compiere la sua formazione. Come è possibile immaginare, l’esperienza artistica vive esclusivamente del  contatto con opere d’arte classica e del Barocco romano.  Pertanto,quando è chiamato a realizzare la Santa Cecilia è ancora un acerbo apprendista, piuttosto insicuro della sua capacità di rispondere ai desideri e alle richieste del cardinale. Tuttavia, quando visiona il martirizzato corpo, ha immediatamente ben chiaro come procedere nella realizzazione dell’effige. Lo colpisce innanzitutto la posizione, ben diversa dalla consueta. La santa, infatti, non è supina, ma è poggiata su un fianco e la sua testa, in maniera innaturale, poggia il viso rivolto verso il basso, come se fosse completamente avulsa dal resto del corpo. È questa la struttura compositiva che desidera conservare, perché la ritiene carica di una forza comunicativa nuova e completamente disarmante.
maderno_santa ceciliamani_santa ceciliaFortemente incuriosito, studia, dunque, la storia di Santa Cecilia: ne scopre le nobili origini romane, risalenti al III sec., e la conversione al Cristianesimo, non solo sua, ma altresì del marito e di un fratello, quando la religione pagana è ancora l’unica “certezza” dello Stato. Perseguitata, costretta a subire i più atroci supplizi e  condannata definitivamente a morte, con la decapitazione, riesce a sopravvivere per alcuni giorni: il tempo necessario a donare tutti i suoi averi e beni ai poveri. Il suo corpo trova sepoltura presso le catacombe di San Callisto, prestigioso luogo di venerazione e preghiera, e poi è  trasferito presso la cripta del più recente ritrovamento. Il Maderno, quindi, decide di preservare il miracolo: conserva le delicate e armoniche fattezze del corpo; le rende eteree, eppure tangibili, attraverso una resa meticolosamente plastica del marmo greco, limpido e bianco, in contrasto con la nicchia dal fondo scuro, che esalta ancor di più i dettagli. E non rinuncia a descriverci i particolari: la testa, delicatamente avvolta nel drappo ma che non evita di far percepire i tratti delicatissimi del volto; le mani, che accennano, forse, ad una simbologia cristologica (la Trinità) e lasciano intatto il mistero e il segreto.

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