Il Presidente della Giunta regionale Stefano Caldoro e il Direttore Asl Paolo Menduni giungono in città per l’evento. Intanto si procede alla formazione del personale che dovrà far funzionare il nuovo ultramoderno apparecchio
La Redazione – Appare come un evento straordinario l’episodio che dovrebbe corrispondere alla normalità: numerose le personalità giunte per “celebrare” l’arrivo e il funzionamento della nuova Tac, che a Piedimonte Matese – presso l’unica struttura pubblica di riferimento per il comprensorio altocasertano e matesino – manca ormai da diversi mesi. Troppi i disagi che hanno accompagnato le vicende dei degenti della struttura o di chiunque abbia avuto la necessità di un esame simile, tanto da rendersi necessario il trasferimento dei pazienti presso la struttura privata Athena Villa dei Pini o l’ospedale civile Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta.
Da oggi non sarà più così. Si spera. Sì, perché il nuovo apparecchio, tra i migliori a disposizione in tutta la provincia (modello di ultima generazione, Optima 660), necessita di personale esperto, ma soprattutto di personale. Sono stati attivati dei corsi di formazione per il personale medico incaricato del funzionamento dell’ultramoderna struttura in grado di “fotografare” fino a 64 strati, ma tutti sanno che al momento l’effettivo funzionamento della Tac resta sospeso, e quando sarà attivato, esso verrà riservato solo ai pazienti ricoverati.
Ieri pomeriggio alla presenza del Direttore generale dell’Asl Caserta Paolo Menduni, dell’on. Carlo Sarro, del vescovo S. E. Mons. Valentino Di Cerbo, del sindaco di Piedimonte Vincenzo Cappello e di numerosi altri sindaci, del personale medico, infermieristico e dirigenti sanitari locali, è stata “benedetta” la nuova apparecchiatura: una goccia nel mare delle necessità e delle priorità che spetterebbero alla struttura ospedaliera pedemontana al fine di garantire servizi e diritti al cittadino.
A catalizzare l’attenzione di tutti, la presenza del presidente della Regione, Stefano Caldoro, per la prima volta nell’area matesina dall’inizio del suo mandato politico avvenuto nel marzo 2010. In sala anche il consigliere regionale Massimo Grimaldi, l’assessore regionale Daniela Nugnes, l’assessore provinciale Stefano Giaquinto.
Abbiamo scritto di “diritti”, perché tale dovrebbe essere e non evento straordinario da celebrare. Se poi tale evento è celebrato perché ormai unico e raro nel suo genere, perché rientra in un ristretto margine di servizi ormai centellinati dalla politica dei più alti vertici, allora la festa ci sta pure, ma con essa ci sta la profonda delusione per aver atteso oltre 6 mesi per avere uno strumento di servizio necessario e prioritario. L’augurio è che mancanze simili non si verifichino più e che la presenza della politica che conta sia più frequente nei piccoli territori di confine come il nostro: su questa scia si è collocato l’intervento del sindaco di Piedimonte, Vincenzo Cappello, a nome dei sindaci del territorio, sollecitando il presidente Caldoro su tutta una serie di necessità locali (il ritardo dei pagamenti ai dipendenti della Comunità Montana, la viabilità e in particolare i collegamenti stradali con Valle Agricola).
Così anche l’intervento di Mons. Valentino Di Cerbo, vescovo di Alife-Caiazzo, che non ha fatto mancare parole di incoraggiamento e supporto per quanti ancora credono nelle potenzialità e nel valore del presidio ospedaliero di Piedimonte, un tempo fiore all’occhiello del servizio pubblico sanitario su questa porzione di territorio campano. Ma allo stesso tempo il vescovo non ha risparmiato parole più severe per la carenza di un servizio e le lungaggini che ne hanno impedito per mesi l’utilizzo: “I vescovi non danno solo benedizioni, ma si fanno portavoce del popolo di Dio, della gente, e soprattutto di chi non ha voce. In questo tempo – ha detto in apertura del suo saluto Mons. Di Cerbo – che colloca gli uomini in categorie di serie A, serie B, o serie C, non dimentichiamo di essere tutti uguali davanti a Dio e davanti alla Costituzione della Repubblica Italiana”. Il Vescovo ha invitato i presenti a lavorare secondo “la logica dei diritti e non delle concessioni” e ha chiesto maggiore attenzione ad un territorio troppe volte vittima della logica dei numero, un territorio poco rappresentato e poco rappresentativo ai tavoli della politica. “L’uomo va messo sempre al primo posto, in particolare l’ammalato, il quale non è un utente, ma il padrone di casa in ospedale. Mi auguro che tutti insieme, possiamo vantarci presto di vivere in una provincia e in una regione civile, che tengano conto cioè dei bisogni e dei diritti degli ultimi”.
Al tavolo dei relatori si sono alternate le promesse e le continue attese: da un lato le certezze messe in campo dal Direttore dell’Asl provinciale Paolo Menduni che ha rassicurato sul futuro del presidio ospedaliero di Piedimonte e in particolare sul reparto di Urologia, interessato negli ultimi mesi dal sospetto (quasi concreto) di una imminente chiusura. Accanto al suo, l’intervento dell’On.Carlo Sarro, tra i primi ad interessarsi concretamente per l’installazione della nuova Tac, e a garantire per il futuro ulteriori segni di interessamento. Dall’altro lato le attese, i dubbi, i diritti sostenuti da Vincenzo Cappello e da Mons. Valentino Di Cerbo nei loro brevi interventi di saluto.
Le parole di Caldoro hanno confermano un dato ormai noto: la Sanità Campana è tra le più mortificate in Italia, in quanto la regione, facendo registrare una popolazione prevalentemente giovane, vede ridursi le entrate del Governo centrale destinate alle prestazioni sanitarie; a questa grave premessa si aggiunge il dato concreto che ha visto tagliare negli ultimi mesi ben 10mila posti di lavoro e l’assenza di concorsi per l’assegnazione di ruoli da dirigenti. Lo sblocco dei turn over, i nuovi concorsi e il potenziamento della struttura ospedaliera di Piedimonte appaiono come vere e proprie certezze dalle parole di Caldoro e Menduni: possibilità di rilancio e riqualificazione della struttura sanitaria matesina sembrano dietro l’angolo nonostante la crisi continui a immobilizzare le prospettive di un futuro sereno (e troppo comodo) come quello di un tempo.
Andrà davvero così?
Ai ripetuti inciampi o rallentamenti dei processi decisionali dei governi regionali e centrali in termini di sanità pubblica, o dell’Asl casertana, sembra corrispondere – stando alle dichiarazioni di Menduni e Caldoro – una malsana gestione precedente della cosa pubblica. In attesa invece che la nuova gestione avanzi con dei segni concreti, e riporti fiducia tra i medici e il personale infermieristico di Piedimonte Matese, aspettiamo e ci auguriamo che la nuova Tac si metta presto a funzionare.
Questa Ferrari (così definita la nuova Tac) partirà veloce? E avrà quanto prima un pilota all’altezza?