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Allevatori del Matese. Proclamato lo stato di agitazione

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Ancora una volta il Matese è fuori dal finanziamento che prevede fondi per le aziende zootecniche site in aree svantaggiate della Campania

La Redazione – Gli allevatori del Matese alzano la voce e speriamo che dalla loro parte anche la politica che conta faccia il possibile per prendere parte alla triste vicenda economica che coinvolge il Matese già per la seconda volta.
Il fatto. Con protocollo n.817044 del 28.11.2013 del Servizio territoriale provinciale di Caserta è stato reso noto che le domande degli allevatori del Matese per l’ottenimento di fondi per il “Sostegno al pascolo estensivo” (garantito dal Programma di sviluppo rurale Campania 2007-2013 Misura 214 azione d2) sono state dichiarate inammissibili, così come già avvenuto nel 2008.
Diversamente, e dunque esito positivo, per le domande delle zone interessate delle province di Benevento, Salerno, Avellino e Napoli.
est_pascoloLa nota è sul Decreto Dirigenziale n.401 del 4.12.2013 e modificato dal Decreto n.532 del 6.12.2013 pubblicati sul Burc n.71 del 16.12.2013.
In una nota dell’Unione Coltivatori Italiani-Ufficio zonale del Matese si legge e si interpreta facilmente la rabbia e la disapprovazione per l’accaduto: Facciamo presente che, a nostro avviso, ancora una volta, la zona del Matese, a differenza delle altre zone interessate delle Province di Benevento, Avellino, Salerno e Napoli, è stata privata delle sacrosante risorse che la Comunità Europea mette a disposizione delle zone svantaggiate e montane (trattasi di circa € 2.500.000 annui, per 5 anni, pari ad oltre 12 milioni di euro”.
Nel 2008, si verificava lo stesso caso, e solo alcuni allevatori zootecnici fecero ricorso al TAR venendo reinseriti nella graduatoria unica regionale da cui erano stati inizialmente esclusi. Altri invece – stando alla nota dell’Unione matesina – “furono rabboniti e raggirati prospettando loro di poter presentare nuovamente la domanda…” senza nulla di fatto.
A San Gregorio Matese furono convocati allevatori, Sindaci, l’assessore all’Agricoltura Nugnes, il presidente del Consiglio Regionale Romano, l’assessore all’agricoltura della Provincia Giaquinto, i funzionari del Settore, il Presidente del Parco del Matese e della Comunità Montana: le rassicurazioni e le prospettive, in quella sede, apparvero piuttosto rassicuranti, almeno per l’imminente futuro.
Ma così non è stato. L’ennesimo caso in cui il Matese, e l’Alto Casertano pur garantendo nel tempo e nella storia la qualità di produzioni eccellenti, allevamenti sani e controllati, si ritrovano da soli a fronteggiare il futuro, senza l’aiuto economico necessario.
La mobilitazione dei Sindaci e della Comunità Montana intorno al caso “rifiuti” che come un’onda si è propagata fino alle nostre terre pochi mesi fa, faceva supporre la partecipazione della politica alle vicende e alle preoccupazioni della popolazione, e in particolare degli agricoltori e allevatori.
Sono questi i momenti che contano, quelli in cui davvero si lavora per il bene comune, indipendentemente dal panico e dagli allarmismi del momento; sono questi i drammi che periodicamente tornano e mettono in ginocchio l’economia locale, con il rischio a lungo andare, che essa stenti a rialzarsi.
“Siamo certi che le organizzazioni Sindacali e Professionali, tutte le Amministrazioni del Matese, Comuni, Comunità Montana e Parco Regionale del Matese, compresa l’amministrazione provinciale di Caserta, saranno a fianco, in modo tangibile, degli allevatori matesini perchè la zona del Matese è stata, in modo subdolo, vituperata, illusa e colpita a morte dell’attività agricola, settore vitale per tutta la popolazione”.
Un appello chiaro e severo perchè oltre i confini dell’area matesina giunga forte l’appello ad una politica equa e vicina a tutti.

 

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