Cristo, in fila, attende il suo turno per farsi battezzare. Lui che è il “re”…
di Francesca Costantino – Sono particolarmente legata ad una definizione che Enzo Bianchi, Priore di Bose, utilizza spesso per indicare Gesù: “il Messia al contrario”. Credo anch’io fermamente che il Suo più grande attributo sia legato al confutare e superare ogni immaginazione e logica propriamente umana. Anche oggi, giorno che celebra il Battesimo, quale sacramento cardine per ogni cristiano, Gesù compie nuovamente un gesto che non ha nulla di divino, nulla che si svolga nello splendore o nella gloria opportunamente attribuita ad un Re.
Il Cristo è infatti, lì, in fila, tra i peccatori che attendono di essere rigenerati e restituiti alla vita; inclina il Suo capo e s’immerge, con umiltà, abbandonandosi all’acqua versata del Battista e alla volontà di Dio. Come sempre, ripercorro visivamente un’eccezionale opera di Lorenzo Ghiberti: una delle sei formelle in bronzo dorato che decora il fonte del Battistero di Siena e che è parte integrante di un racconto sulla vita di San Giovanni Battista. È l’episodio centrale e più significativo: lo dimostra anche la collocazione che è frontale per chi entra nell’edificio. Il Battesimo di Cristo vive in una sottile gradazione di piani che caratterizza sia lo spazio sia le azioni dei personaggi. Ghiberti non è qui scultore, ma tratta le superfici come se fossero la traccia pittorica di una fluente pennellata. Le figure, “stiacciate” (o schiacciate), in bronzo dorato, affiorano appena dalla lastra, quel tanto che basta per decidere fermamente i loro movimenti: al centro della composizione Gesù è anatomicamente presente e china dolcemente il capo, in atto di penitenziale confessione; alla sua sinistra il braccio teso di San Giovanni Battista che, con energica potenza, culmina nella ciotola stretta e riversata, punto focale in cui confluiscono tutte le direttrici della composizione. Gli angeli sulla destra e in alto, di gusto quasi liberty, mostrano tutta la loro raffinata grazia ed eleganza.
Un’emozione fortissima che si rinnova ogni volta che visito Siena e “canto” la sua artistica bellezza. Ogni volta per me, in quel Battistero, Cristo nasce, incarna l’UOMO, diventa l’ultimo, il più misero e bisognoso; ancora una volta traduce la sua Parola con i fatti e l’esempio, ancora una volta “in-segna”, ci lascia il segno della sua carnale presenza.